Ticino e Grigioni

Cure a domicilio, “Cantone senza margine di manovra”

Le associazioni pubbliche espongono le sfide del settore e sollecitano interventi normativi - Polemiche intorno ai costi e agli interventi finora messi in atto dal governo

  • 9 novembre 2023, 05:52
  • 9 novembre 2023, 05:52

È scontro sulle cure a domicilio

SEIDISERA 08.11.2023, 18:22

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Di: SEIDISERA/Quotidiano/Natda

La capacità d’intervento del Cantone è limitata: così Gabriele Fattorini, direttore della Divisione ticinese dell’azione sociale e delle famiglie, ha preso posizione relativa al grido d’allarme lanciato in giornata dalle sei associazioni che operano in territorio cantonale su mandato pubblico. Le associazioni, note come Spitex pubblici, hanno richiesto un intervento normativo per regolare un mercato sempre più affollato, che attualmente vede un terzo degli infermieri indipendenti della Svizzera operare proprio in Ticino.

Margini di manovra limitati per il Cantone

Il settore delle cure a domicilio nel canton Ticino sta affrontando sfide significative legate alla regolamentazione e ai costi operativi, e la situazione è aggravata dalla limitata capacità d’intervento del cantone, ha spiegato Fattorini. Nonostante una richiesta di moratoria e un’estensione del periodo di prova professionale, le restrizioni della legislazione federale - in particolare la Legge sull’assicurazione malattia federale (Lamal) - limitano il potere del cantone di imporre questi regolamenti più stringenti.

“Quello che il cantone ha fatto tempo fa è aver promosso un’iniziativa cantonale votata dal Consiglio degli Stati e dal Parlamento”, ricorda Fattorini. “ L’obiettivo era introdurre una pianificazione in questo settore, che potesse limitare il volume delle prestazioni”: l’iniziativa è però stata respinta dalle camere federali. “L’unica cosa rimasta da fare è stata inasprire nel marzo scorso la regolamentazione che da accesso al mercato”.

Gli SPITEX pubblici chiedono regole per le cure a domicilio

Il Quotidiano 08.11.2023, 19:38

Comunità infermieristica divisa tra privato e pubblico

All’interno della comunità infermieristica, le opinioni sono divise. Mentre l’Associazione svizzera degli infermieri (ASI) supporta la visione degli Spitex pubblici, una significativa parte di infermieri indipendenti si sente sotto attacco, come evidenzia la presidente della sezione ticinese, Luzia Mariani Abächerli. Sottolinea però che oltre ai benefici in termini di guadagno, molti infermieri decidono di lavorare in privato perché le condizioni di lavoro sono adattabili alle proprie esigenze. Mariani Abächerli però presenta le implicazioni di un eccesso di personale indipendente nel settore: “Più persone indipendenti ci sono, più c’è carenza di infermieri negli ospedali o nelle strutture di cura pubbliche per gli anziani”. Una preoccupazione comprensibile, dato il forte invecchiamento della popolazione.

D’altra parte, le casse malati, preposte alla gestione delle prestazioni sanitarie, sono accusate di non eseguire controlli adeguati, una preoccupazione che si riflette anche sulle fatturazioni degli infermieri indipendenti. In questo senso, Stefano Gilardi, rappresentante degli Spitex pubblici, contrasta con il punto di vista di Paola Lavagetti, portavoce del settore privato, che difende l’efficienza in termini di costi del settore privato. Il dibattito si estende anche ai finanziamenti pubblici e alle prestazioni: sebbene i contributi da cantoni e comuni sembrino favorire Spitex privati e infermieri indipendenti, non si può trascurare la qualità, l’estensione del servizio e la dimensione delle strutture offerte.

Il presidente del Servizio assistenza e cure a domicilio del Luganese, Sergio Macchi, ha sottolineato la necessità di un controllo uniforme della categoria: “Oggi tutti dicono di voler controllare i costi ma nella pratica non è stato fatto niente”. Macchi insiste sull’importanza di equiparare il controllo per tutti gli infermieri, indipendentemente dalla loro affiliazione.

Il Cantone è cosciente che la situazione è complicata non solo dagli aspetti economici, ma anche dal desiderio di mantenere i pazienti a domicilio il più a lungo possibile. Nonostante l’impossibilità di agire direttamente sugli standard federali, “il Cantone esegue controlli vari, inclusi i volumi e i tipi di prestazioni fornite”, assicura Fattorini. Il dialogo tra le varie parti interessate appare come l’unico percorso per navigare queste acque turbolente, cercando di bilanciare efficacia, equità e sostenibilità nel settore delle cure domiciliari in Ticino.

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