Ticino e Grigioni

Delitto di Stabio, anche malversazioni

La SUPSI accusa l’ex collaboratore, attualmente in carcere per l’omicidio della cognata, di appropriazione indebita per 300'000 franchi

  • 7 marzo 2017, 12:30
  • Ieri, 06:32
Via i sigilli dalla villetta

Via i sigilli dalla villetta

  • Tipress

Omicidio e anche appropriazione indebita. La SUPSI comunica martedì di aver appurato che l’ex collaboratore, attualmente in detenzione preventiva per l’omicidio della cognata in una villetta di Stabio (la maestra 35enne Nadia Arcudi), ha compiuto ripetuti atti di appropriazione indebita nell’ambito della sua attività professionale all’interno dell'istituto, negli scorsi anni.

Le malversazioni sono avvenute nel contesto della gestione di una cassa utilizzata per i contributi versati dagli studenti dei settori delle costruzioni e del design, destinati prioritariamente all’esecuzione di copie eliografiche e fotocopie. Gli importi sottratti fra il 2003 e il 2016 ammontano complessivamente a 270'000-300'000 franchi.

La SUPSI, che in questo caso è patrocinata dall’avvocato Mario Postizzi di Lugano, ha "adottato le misure adeguate nei confronti di chi avrebbe dovuto controllare e ha invece assunto un comportamento negligente", si legge nella nota stampa odierna. La verifica complessiva della gestione del denaro contante all’interno delle sue sedi "ha appurato che si è trattato di un caso isolato".

Un licenziamento alla SUPSI

Stando a quanto anticipato da Tio "le misure adeguate nei confronti di chi avrebbe dovuto controllare e ha invece assunto un comportamento negligente", la scorsa settimana, si sarebbero tradotte nel licenziamento del responsabile dell'ufficio informatico della sede di Canobbio. Si tratta di un 55enne docente-ricercatore. La SUPSI conferma che non è più alle sue dipendenze, ma non si sarebbe trattato di un licenziamento in tronco ma di una separazione concordata.

joe.p./Diem/CSI

Dal TG12.30:

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