Nicola Corti si è dimesso dalla carica di procuratore pubblico, che lascerà alla fine di giugno. E lo ha fatto con una lettera di fuoco inviata il 22 dicembre all’Ufficio presidenziale del Gran Consiglio. "Quale magistrato – si legge - non partecipo a giochi di potere, non proteggo niente e nessuno se non il buon funzionamento della giustizia, non mercanteggio e non assecondo."
Le sue sono accuse pesanti, che formula chiamando in causa la dirigenza e la gestione del ministero pubblico. In sostanza, secondo Corti non ci sarebbero le condizioni per poter lavorare a pieno titolo, con l’autonomia necessaria a un procuratore. “Preferisco quindi offrire ad altri – spiega il 46enne – la possibilità di rivelarsi pienamente operativi, autonomi quanto occorre per mantenersi indipendenti e imparziali, celeri ed efficaci, al servizio e non asserviti, autorevoli e non autoritari”.
Nulla a che vedere, insomma, con la segnalazione al Consiglio della magistratura di cui Nicola Corti fu oggetto, assieme a una collega, negli scorsi mesi. A tutt’oggi l’organo di vigilanza non ha aperto alcun procedimento disciplinare contro di lui. Ed è proprio con questa consapevolezza che ora Corti si toglie i sassolini dalle scarpe, tornando comunque anche sulla vicenda.
Le sue dimissioni sono state comunicate soltanto all’autorità di nomina. Il ministero pubblico lo ha appreso dalla RSI nella tarda mattinata di oggi (giovedì). Sorpreso, il procuratore generale John Noseda ha preferito non rilasciare dichiarazioni.
Francesco Lepori
CSI 18.00 del 12.01.2017 - Il servizio di Darco Degrussa
RSI Info 12.01.2017, 19:21
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RG 07.00 del 13.01.2017 Il servizio di Darco Degrussa
RSI Info 13.01.2017, 09:15
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Dal Quotidiano:
Si dimette un procuratore
Il Quotidiano 12.01.2017, 20:00