La pioggia, intensa, ha accompagnato i dipendenti del settore pubblico, diverse centinaia, che nel tardo pomeriggio di mercoledì sono scese in strada a Bellinzona per protestare contro i tagli. Meta del corteo Piazza Governo. Era la terza chiamata a raccolta dei sindacati dopo lo sciopero del 29 febbraio scorso. Nonostante il maltempo, o forse proprio tenuto conto del maltempo, gli organizzatori si sono detti soddisfatti.
Le rivendicazioni dei sindacati restano quelle volte a difendere il servizio pubblico: no ai risparmi sugli enti socio-sanitari e socio-educativi; no alla mancata sostituzione dei partenti nell’amministrazione pubblica; sì al riconoscimento del rincaro. Per citare solo le principali.
Rivendicazioni che hanno trovato nuova linfa dopo la presentazione del preventivo 2025 che si è tradotto in nuovi tagli per risanare i conti dello Stato. E nel frattempo la situazione non è migliorata, anzi. Le casse dello Stato sono diventate ancora più rosse, dopo l’abrogazione della tassa di collegamento e della progressione a freddo e la stangata dei premi delle casse malati, con un deficit che è salito da 64 a più di 100 milioni di franchi.
Durante la manifestazione i sindacati hanno denunciato lo smantellamento del servizio pubblico, provocato - è stato detto - da una gestione priva di prospettiva. Il Ticino, metteva in guardia lo striscione posto alla testa del corteo, rischia di diventare un Far west dove lo Stato è completamente assente e dove vige la legge del più forte.
Dipendenti pubblici in piazza
Il Quotidiano 16.10.2024, 19:00