Ticino e Grigioni

Due studi per monitorare la salute dei ticinesi

Il Cantone sta approntando la strategia 2030 per la prevenzione e la promozione della salute, anche in base ai dati raccolti

  • 25.06.2024, 19:28
  • 25.06.2024, 21:16
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Salute, occhi puntati sui giovani

Il Quotidiano 25.06.2024, 19:00

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Di: SEIDISERA/RSI Info 

Come sta la popolazione ticinese? Come stanno i giovani dagli 11 ai 15 anni? Due studi freschi di risultati dicono “bene”, anche se i punti delicati e gli spunti di riflessione non mancano. E proprio su questi risultati, il Cantone sta approntando la strategia 2030 per la prevenzione e la promozione della salute.

Quella fatta, e presentata martedì a Bellinzona, è un’indagine soggettiva. Nel senso che ogni interpellato ha risposto autovalutandosi. La domanda di fondo è quindi quanto questa soggettività individuale possa comunque essere utile per approntare e determinare le politiche sulla salute. “È vero che siamo in un campo soggettivo, ma il fatto di ripetere regolarmente le stesse domande ci permette di avere queste tendenze e di attirare l’attenzione su certe cose piuttosto che altre e permette, secondo me, di indirizzare delle strategie generali per il futuro”, spiega Martine Bouvier Gallacchi, medico responsabile del servizio di promozione e valutazione sanitaria del canton Ticino.

Chiarito questo, vien spontaneo chiederci: come stiamo? “Queste nuove indagini, sia sulla popolazione in generale sia sui giovani, mostrano che ci sono delle tendenze positive con delle risposte che sembrerebbero favorevoli, in funzione anche delle politiche messe in atto. Ad esempio la riduzione, per la prima volta negli ultimi anni, a della quota di popolazione che fuma, a fronte invece di nuove tendenze emergenti come l’aumento del consumo delle sigarette elettroniche oppure l’aumento della quota di persone che fa movimento”, sottolinea Raffaele De Rosa, direttore del Dipartimento della sanità e della socialità.

Tutto bene, verrebbe dunque da dire. Ma se spostiamo il focus sui giovani, le cose si complicano. E qualche nube in più appare. A partire dai sentimenti di tristezza, ansia, rabbia, e stanchezza. In deciso aumento. Bisognerà fare un gran lavoro per capire quanto è soggettivo e magari non corrisponda a un’oggettività, seppur poi vada rispettata quella soggettività individuale del giovane. Quanto ci possa essere ancora un effetto Covid, quanto questa società magari chieda tanto, a volte magari troppo, a loro, o quanto gli adulti non siano capaci di trovare i canali giusti per metterli a loro agio, tranquillizzarli, accompagnarli nell’età adulta. “Credo che questo sia un elemento centrale. Dobbiamo cercare di informare e formare, sensibilizzare maggiormente tutti gli adulti che si interfacciano con i nostri giovani, a cominciare dal ruolo fondamentale delle famiglie, ma poi anche dal mondo scolastico e della formazione. E anche tutto l’ambito sociale legato al mondo dello svago, dello sport o le varie attività del tempo libero”, spiega ancora il direttore del Dipartimento sanità e socialità.

Dal canto suo la dottoressa Bouvier Gallacchi spiega che: “È difficile interpretare questi dati. Bisogna confrontarsi con i giovani per capire la loro valenza. Da una parte hanno un significato di reazione naturale. Dall’altra parte, in effetti, il sentimento di tristezza probabilmente comunque è un sentimento negativo in generale che va indagato”.

Prossima tappa: i piani d’azione cantonale, con le azioni concrete d’intervento, che saranno presentati in autunno.

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Una strategia 2030 per la salute dei giovani

SEIDISERA 25.06.2024, 18:22

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