Il clima tra lavoratori e datori torna a riscaldarsi nel settore dell'edilizia. I primi reclamano miglioramenti salariali nell'ambito del contratto collettivo ritenuto che gli stipendi sono fermi da tre anni. Per i secondi, invece, non vi sono le condizioni per procedere agli aumenti e inoltre, rilevano, non vi è stato rincaro.
UNIA e OCST venerdì, in vista dell'avvio delle trattative nazionali tra le parti che cominceranno lunedì a Zurigo, hanno convocato in assemblea gli operai del consorzio che lavora all'ammodernamento della ferrovia nel Gambarogno, fra Quartino e Ranzo. Un cantiere ritenuto simbolo per tutto il settore. Secondo i sindacati il potere d'acquisto delle maestranze cala, malgrado l'aumento della produttività e il buon andamento delle ditte che avrebbero dei margini per procedere agli adeguamenti rivendicati.
Lo spazio per una trattativa non c'è invece secondo il presidente della Società impresari costruttori ticinese Mauro Galli. "Non riesco a capire come si possa pensare ad adeguamenti. Di rincaro negli ultimi anni effettivamente non ce n'è stato. Invece gli oneri a carico dei datori di lavoro sono aumentati. Le trattative si svolgono a livello nazionale per cui bisognerà valutare la posizione anche di tutte le altre regioni. Però i margini sono davvero esigui".
Diem/CSI