Una banda internazionale dedita alle truffe agli anziani è stata sgominata martedì all'alba dai carabinieri di Novara e di Genova. Il bilancio dell’operazione è di 32 misure di custodia cautelare in carcere, eseguite in tutta Italia e all'estero, e di 71 indagati.
La mente dell’organizzazione è stata fermata a Novara e non è escluso che i malviventi possano aver colpito anche nella Svizzera italiana. Nel corso di una conferenza stampa, alla quale hanno preso parte anche le autorità svizzere, le forze dell'ordine hanno sottolineato che la gang, di origine polacca, avrebbe messo a segno, in quattro anni, un migliaio di raggiri, 253 quelli accertati e contestati, in Italia, Svizzera, Austria, Germania, Svezia e Stati Uniti, riuscendo a sottrarre, si stima, non meno di una decina di milioni euro.
Le accuse mosse nei confronti dei fermati sono, a vario titolo, associazione a delinquere finalizzata alla truffa e furto in abitazione, con l'aggravante della transnazionalità.
Il telefono, lo strumento preferito per mettere a segno le truffe
Vittime scelte accuratamente
Dalla Polonia, i malviventi cercavano sull'elenco telefonico i nomi “tipici” delle persone anziane (Ernestina, Giuseppina, Cesira) e quindi le bersagliavano di telefonate come fossero veri e proprio call center pubblicitari.
Trovata la vittima, si spacciavano per parenti in difficoltà finanziaria e, usando vari pretesti, tentavano di farsi aiutare economicamente. Una volta ottenuti i soldi, però, svanivano nel nulla.
Alcune telefonate intercettate dagli inquirenti
Contenuto audio
Una telefonata apparentemente innocente
RSI Info 22.07.2014, 18:18
La richiesta di un prestito, vittima ingannata
RSI Info 22.07.2014, 18:19
Il falso nipote e la sua vittima
RSI Info 22.07.2014, 18:21
La zia pronta ad aiutare la nipote
RSI Info 22.07.2014, 18:22
L'inganno riuscito
RSI Info 22.07.2014, 18:20
“Malviventi presto in libertà”
Il procuratore di Novara, nel presentare l’esito delle indagini che hanno permesso di sgominare una banda internazionale di persone specializzate nella truffa del "falso nipote", non ha nascosto il timore che i truffatori possano presto tornare in libertà.
"Purtroppo le pene in Italia per questi reati sono sproporzionate per difetto", ha sottolineato Francesco Saluzzo, nel corso dell’incontro con la stampa.
"Se per questi reati in altri paesi questi delinquenti rischiano diversi anni di carcere, qui potrebbero venire condannati al massimo a un anno e mezzo e, se la pena non dovesse essere sospesa immediatamente, essere liberati poco dopo..." ha commentato.
ANSA/CSI/bin