Ticino e Grigioni

Finanze ticinesi: passa il progetto UDC

Approvata al Gran Consiglio ticinese, ma con un rilevante emendamento del PLR, l'iniziativa democentrista per il contenimento delle spese pubbliche

  • 19 ottobre 2021, 22:43
  • 20 novembre, 19:25
L'emendamento liberale-radicale rende meno sistematico l'obiettivo di rientro nelle cifre nere

L'emendamento liberale-radicale rende meno sistematico l'obiettivo di rientro nelle cifre nere

  • archivio tipress
Di: CSI/Quot/ARi 

Ha nettamente diviso il Parlamento, ma è alla fine passata l'iniziativa elaborata dell'UDC per il risanamento delle finanze del cantone entro il 2025. Il testo è stato approvato dal Gran Consiglio, ma con un cambiamento di rilievo rispetto a quanto proponevano i democentristi. L'aula ha infatti accolto anche un emendamento del PLR che rende meno sistematico l'obiettivo di rientro nelle cifre nere: tale obiettivo andrà infatti raggiunto "prioritariamente" con il contenimento della spesa, e non "esclusivamente" come indicava il testo iniziale dell'UDC. Resta, per contro, la chiara indicazione che saranno vietati aumenti delle imposte.

L'approvazione è stata data con 45 voti favorevoli e 39 contrari: da una parte Lega, PLR e UDC; dall'altra PS, PPD, Verdi, Movimento per il socialismo, Partito comunista e Più donne. Nel corso del dibattito l'UDC, per voce del relatore di maggioranza Paolo Pamini, ha dichiarato che si tratta di andare prima o poi entro il 2025 a risanare i conti "ma senza far gravare questi sacrifici sulle spalle dei contribuenti e tantomeno dei comuni". Sergio Morisoli, promotore del testo, ha quindi indicato che esso "va invece a precisare solo una via, lasciando al Governo e al Parlamento la libertà e la responsabilità" delle scelte concernenti le risorse.

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Conti in pareggio entro il 2025

Il Quotidiano 19.10.2021, 21:00

"Dopo mesi di impegni presi a parole è fondamentale dare un indirizzo politico per poter intervenire e iniziare un percorso condiviso fra Parlamento e Consiglio di Stato, con un obiettivo molto chiaro", ha osservato la capogruppo del PLR Alessandra Gianella. "Il Governo non vuole proporre risparmi, la metà di questo Parlamento probabilmente comunque non li voterebbe. Questo Parlamento, la metà + 1 probabilmente, o anche di più, non voterà mai soprattutto in questa fase degli aumenti delle imposte. Siamo al palo", ha per parte sua affermato Boris Bignasca, capogruppo della Lega.

Per l'area di sinistra ciò che il centrodestra qualifica come un contenimento dei costi, si risolverà invece in tagli. Ivo Durisch del PS, relatore di minoranza, ha dichiarato "i i tre pacchetti fiscali di inizio anni 2000 hanno causato una diminuzione di gettito di 204 milioni di franchi" mentre gli sgravi del 2017 e del 2019 "costano complessivamente a regime 132 milioni di franchi". "Il ministro Vitta ci ha precisato che il voto del Parlamento traccerebbe in ogni caso la via del lavoro dell'Esecutivo" ha detto quindi Samantha Bourgoin. "Se passasse quindi l'iniziativa si lavorerà esclusivamente sui tagli", ha concluso la deputata dei Verdi.

Due, gli interventi da parte dell'Esecutivo. Manuele Bertoli ha criticato il fatto che la proposta UDC sia stata presentata in tempi strettissimi e senza che se ne potesse discutere fra le forze politiche. Io credo che questo elemento debba essere sottolineato come poco produttivo e poco consono all'idea di trovare insieme una soluzione.", ha affermato il presidente del Consiglio di Stato. "Ci aspettano degli anni in cui dovremo collaborare e dimostrare un senso di responsabilità collettiva e condivisa attorno al tema delle finanze (...) Guardiamo al futuro in maniera seria e costruttiva, perché è questo che ci chiede il Paese", ha invece dichiarato Christian Vitta.

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