Lo scoscendimento della Val Bondasca di mercoledì il 23 agosto, che uccise otto escursionisti e causò un centinaio di sfollati in Val Bregaglia, era previsto. Si sapeva che milioni di metri cubi di roccia erano pericolanti e potevano precipitare. "Gli esperti prevedevano che il materiale sarebbe franato a tappe, dai 100'000 ai 2-300'000 metri cubi alla volta, e non in un colpo solo", afferma il consigliere di Stato grigionese responsabile del dossier Mario Cavigelli, che ancora difende le misure adottate dalle autorità, giudicandole sufficienti.
Bondo oggi
A lui Falò ha posto gli interrogativi ancora aperti a tre mesi di distanza: i cartelli di avvertimento bastavano? O bisognava chiudere i sentieri? Il villaggio andava evacuato in anticipo? E quale sarebbe stato il bilancio se tutto fosse capitato di sabato, quando ai maggesi in valle ci sarebbe stata molta più gente? "Cronaca di una frana annunciata" segue anche la vita di chi ha dovuto scappare, abbandonando tutto dietro di sé. Solo una decina di giorni fa gli abitanti della cosiddetta zona rossa hanno potuto rientrare nelle loro abitazioni.
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