Abderrahim Moutarrik, dinanzi agli inquirenti italiani, ha negato intenzioni aggressive verso l'Occidente, in nome dell'IS, dietro a certe frasi da lui pronunciate e intercettate.
"Si è spiegato, cercando di chiarirle, di contestualizzarle, dicendo che erano forse state dette per rabbia... Perchè vedeva minori, bambini, i suoi fratelli musulmani - ma non quelli dell'IS - martoriati da conflitti per i quali loro non avevano colpe...", ha affermato, raggiunto al telefono dalle CSI, l'avvocato Francesco Pesce, il legale che assiste il kickboxer 28enne, sospettato di terrorismo e agli arresti in Italia da giovedì scorso.
L'uomo, che per un certo periodo aveva frequentato con assiduità una palestra di Canobbio, si è difeso osservando che "poi nulla di reale, di concreto era stato fatto dopo", ha ancora riferito il suo legale. Intanto il Ministero pubblico della Confederazione (MPC) non conferma l'apertura di un incarto, limitandosi a ribadire che attualmente sono una sessantina le procedure penali relative a tematiche di terrorismo di matrice jihadista in Svizzera.
CSI/ARi
Dal Quotidiano:
Il pugile non incassa le accuse
Il Quotidiano 02.05.2016, 21:00