Roma non fa la modifica gradita ai Comuni italiani di frontiera, facendo arrabbiare l’omonima associazione. Il casus belli è l’emendamento alla legge di bilancio 2025, presentato venerdì 13 dal Governo Meloni. Due i cambiamenti contestati: da un lato quello per l’attribuzione diretta dei ristorni ai Comuni; l’esecutivo chiede di aumentare il rapporto tra frontalieri e popolazione residente dal 3% al 4%.
Ma a far storcere il naso sono anche le nuove modalità di utilizzo della quota dei ristorni di parte corrente (fino al 50% dei ristorni attribuiti ad ogni comune), introducendo prioritariamente una destinazione per iniziative volte a compensare le ricadute socio-
economiche derivanti da crisi aziendali sui rispettivi territori.
L’Associazione dei comuni italiani di frontiera, che chiede al Governo lo stralcio dell’emendamento, parla di “provvedimenti contro” i propri affiliati ma anche in contraddizione col decreto del Ministro dell’Economia che solo 4 mesi fa stabiliva per il 2024 e 2025 il rapporto frontalieri-popolazione di un comune al 3% e nessun vincolo per l’utilizzo in parte corrente.
Frontalieri, Ticino e Roma tornano a discutere
Il Quotidiano 29.11.2024, 19:00