Ticino e Grigioni

Frontalieri, dal 2024 si cambia

Il voto del Senato, cui seguirà quello della Camera dei deputati a Roma, porterà importanti novità per i lavoratori italiani che riguardano da vicino anche la Svizzera italiana

  • 3 febbraio 2023, 05:42
  • 20 novembre, 12:01
04:11

Cosa cambia ora? Intervista al senatore Alessandro Alfieri (PD)

RSI Info 02.02.2023, 12:16

Di: sdr 

Ci sono voluti due anni - tanti ne sono passati dalla firma tra la segretaria di Stato svizzera per le questioni finanziarie Daniela Stoffel ed il viceministro delle finanze italiano Antonio Misiani – per arrivare alla ratifica del cosiddetto "nuovo" accordo sui frontalieri con il voto unanime del Senato mercoledì a Roma.

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Daniela Stoffel e Antonio Misiani dopo la firma dell'accordo

  • Ministero dell'economia e delle finanze italiano

Periodo, questo, utile alla Commissione congiunta Esteri e Finanze per discutere ed inserire una serie di modifiche tramite un "Memorandum", che ha visto per la sua stesura anche la partecipazione dei sindacati ticinesi. Un documento che interessa entrambi i lati della frontiera. Va pure detto che il testo poteva essere licenziato prima ma l’instabilità politica italiana, con i vari cambi di governo, ha poi dilatato i tempi. Dopo il voto al Senato si attende, verosimilmente per la primavera, quello alla Camera con il via libera definitivo.

Quali sono le modifiche per i frontalieri dal 1° gennaio 2024?

Per coloro che già possiedono un permesso G e sono attualmente occupati in Svizzera, non cambierà nulla, questi attuali frontalieri dei comuni di confine manterranno a vita la tassazione del reddito esclusivo in Svizzera fino alla pensione, pure se dovessero cambiare posto di lavoro o beneficiare di periodi di disoccupazione. Per tutti coloro che saranno assunti invece dal gennaio 2024 finirà il regime di tassazione esclusiva nel Paese in cui viene svolta l'attività lavorativa. Saranno assoggettati ai frontalieri fuori dalla fascia dei 20 km dal confine. La Svizzera potrà quindi trattenere fino all'80% delle imposte alla fonte sui redditi dei nuovi frontalieri, che saranno a loro volta tassati dallo Stato di residenza secondo le proprie aliquote. Verrà tuttavia riconosciuto a costoro un credito d'imposta, ossia una detrazione di quanto già pagato in Svizzera per evitare la doppia imposizione. Il testo licenziato mercoledì ha riconosciuto poi una quota di esenzione (la franchigia) di 10'000 euro, superiore di 2'500 euro rispetto a quella proposta nell'accordo negoziato nel 2015. Non solo, come rivendicato dai sindacati già poche ore dopo il voto perché è stata una loro battaglia, nel disegno di legge è stata anche accolta la richiesta di creare una nuova NASPI (quota mensile per la disoccupazione) speciale per tutti i frontalieri che dovessero perdere il lavoro con importi ben più alti rispetto alla normale indennità di disoccupazione.

Cosa cambierà, invece, per Ticino e Grigioni?

Come detto, il primo vantaggio per la Svizzera è dato dall’aumento della quota di imposizione fiscale che passa dall’attuale 60% all’80% per i nuovi frontalieri. La tassazione sullo stipendio generato qui, ma da rendicontare con una dichiarazione dei redditi autonoma in Italia con quelle aliquote di tassazione – al netto di "bonus" e franchigie inserite nel disegno di legge – potrebbe frenare il costante aumento o la pressione di lavoratori italiani provenienti dalle province lombarde e piemontesi. Chiaro, questi dati si potranno analizzare con certezza nel tempo. Vi è poi la quota di ristorni che ogni anno viene riversata ai Comuni di frontiera: dal 2033 questi circa 90 milioni di franchi non saranno più retrocessi alle casse italiane perché, secondo l’Accordo che sostituisce quello del 1974, questi soldi saranno garantiti dall’Italia ai sindaci delle aree di confine che hanno frontalieri.

Disegno di legge approvato con 142 voti favorevoli

Disegno di legge approvato con 142 voti favorevoli

  • Keystone

Misure speciali per l’economia di frontiera

Un emendamento alla legge voluto dal gruppo della Lega al Senato e votato mercoledì ha poi stabilito, per la prima volta, una norma che prevede che i fondi che derivano dalla tassazione dei "nuovi" frontalieri restino nei territori dei comuni di confine in forma di assegno, a sostegno dello stipendio degli italiani che lavorano nei territori di confine e non varcano la frontiera per entrare in Ticino. "Nel passaggio alla Camera – ha spiegato il senatore leghista del varesotto Stefano Candiani - ci prefiggiamo anche di impegnare il governo a sostegno delle imprese, con regole che aprono la strada a una Zona Economica Speciale o una Zona Logistica Speciale, mettendo i territori nella condizione di essere finalmente competitivi a burocrazia zero e scongiurando il problema della desertificazione economica". Si tratta di un gettito che partirà dal 2025 con 1,6 milioni di euro per arrivare fino a 221 milioni del 2044, secondo i calcoli eseguiti. Di questa forma di tutela per detassare le aziende al confine che vedono professionisti cercare in Ticino stipendi più alti, e sostenere buste paghe dei lavoratori che non lasciano varesotto e comasco, la Lega ne ha fatto una battaglia nel tempo: risalgono al 2018 disegni di legge ed emendamenti a firma del deputato, sempre varesino, Matteo Bianchi.

Telelavoro, un impegno bipartisan che incassa il "sì" di Roma

Come ha confermato il senatore Alessandro Alfieri del Partito Democratico nella sua intervista alla RSI, il pressing delle scorse ore da parte di tutte le forze politiche sul Governo italiano in materia di telelavoro è stato forte. Tramite specifici atti parlamentari, proprio i deputati che hanno abitato per anni a pochi chilometri dal Luganese o dal Mendrisiotto, hanno chiesto di riaprire entro poche settimane un tavolo di negoziazione con la Svizzera perché si trovi un accordo sullo "smart working" simile se non uguale a quello siglato tra Berna e Parigi. Il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti, altro varesino, ha riferito in aula che "il Governo ha già avviato interlocuzioni con la controparte elvetica - che, da parte sua, ha manifestato la propria disponibilità al dialogo". Potrebbe esserci un incontro già nei prossimi giorni per stipulare un nuovo patto che dovrà tenere conto di un mondo del lavoro che ora è cambiato. Tanto quanto l’area di frontiera.

02:59

Il Senato approva l'accordo sui frontalieri

Telegiornale 01.02.2023, 20:00

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