La loro stagione è ancora lontana, ma i funghi sono tornati... sul tavolo della commissione della legislazione. I miceti fanno discutere la politica ticinese da oltre un anno e mezzo, da quando il direttore del Dipartimento del territorio Claudio Zali ha deciso che un patentino potrebbe essere una buona misura per limitare la pressione dei cercatori di funghi, ritenuta eccessiva in alcuni boschi. Quest'idea oggi, mercoledì, è stata appoggiata solo dai commissari leghisti, con l’eccezione di Boris Bignasca, e dal radicale Franco Celio.
“Lo scopo della misura non è combattere i cercatori italiani, ma è chiaro che in alcune zone c’è una forte pressione esercitata da chi proviene da oltre confine” ha dichiarato la relatrice del rapporto di minoranza Sabrina Aldi (Lega).
“In sostanza vogliamo che l’accesso ai boschi e la raccolta dei funghi permangano liberi, inoltre per tutelare i funghi è sufficiente la normativa vigente, come afferma pure il Governo nel messaggio. Anche per la tutela dei boschi il quadro legislativo federale e cantonale basta” ha invece sostenuto la relatrice di maggioranza Giovanna Viscardi (PLR).
Per gli oppositori alla modifica di legge inoltre questa comporterebbe un'eccessiva burocrazia, che stando ai favorevoli sarebbe coperta dalla tassa pagata da chi viene da fuori cantone. A fine mese si scoprirà a chi darà ragione il Parlamento.
CSI/dielle
Dal Quotidiano:
CSI 18.00 del 17.05.2017 — il servizio di Christian Gilardoni
RSI Info 17.05.2017, 20:07
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