È sfociata in due decreti d’accusa l’inchiesta sull’ex funzionario dell’Ufficio esecuzione di Lugano (nel frattempo sospeso) avviata lo scorso anno dalla procura. Tra il 2013 e il 2016 il 59enne – si ricorderà – aveva ritardato il pignoramento dei beni di una società attiva nel settore edilizio. E questo in cambio di alcuni favori, come l’uso gratuito di un posteggio.
Il caposervizio è stato condannato ora per accettazione di vantaggi a una pena pecuniaria sospesa di 120 aliquote giornaliere e al pagamento di una multa di 5'000 franchi. Concessione di vantaggi, viceversa, il reato di cui il procuratore generale John Noseda ha ritenuto colpevole il titolare della ditta. Anche nel suo caso si parla di una pena pecunaria sospesa (di 90 aliquote) e di una multa (di 3'000 franchi).
Sono invece cadute le accuse – più gravi - di corruzione passiva e, rispettivamente, corruzione attiva. Dalle verifiche non è emerso infatti alcun versamento in denaro, come ipotizzato inizialmente.
Entrambi, rei confessi, non hanno impugnato i decreti. Le decisioni sono quindi cresciute in giudicato. La moglie del funzionario, interrogata all’epoca in qualità di persona informata sui fatti, è risultata estranea alla vicenda.
Francesco Lepori
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