"Sono molto felice per Carlo Chatrian, che conosco da tempo e che ha lavorato nella mia Commissione artistica quando ero a Locarno. Abbiamo fatto tante cose insieme e questa bella nomina è un coronamento del suo lavoro. È però anche un segno che Locarno è un vivaio di talenti che possono poi andare altrove, come Müller a Venezia o Père alla direzione cinema di Arté". Così Frédéric Maire, ex direttore del Locarno Festival, attualmente alla guida della Cineteca svizzera, ha commentato la notizia del passaggio di Carlo Chatrian a Berlino.
Come valuta la direzione artistica di Chatrian?
“Non è una domanda facile, non voglio criticare gratuitamente o al contrario essere troppo positivo. Penso che globalmente Carlo abbia rinforzato la linea del Festival, che da sempre si divide tra un’anima più popolare legata soprattutto alla piazza e un’altra fatta di selezioni nei vari concorsi molto esigenti, scovando e ricompensando registi che poi si sono imposti anche altrove, ma anche recuperando registi forse un po’ dimenticati. Una linea che secondo me non dovrebbe cambiare”.
In ottica futura quale profilo va ricercato?
“Penso sia importante che si scelga una figura giovane, che abbia una visione del cinema di oggi. Sicuramente è fondamentale che abbia anche un’esperienza internazionale, con un punto di vista non solo svizzero, ma perlomeno europeo se non addirittura mondiale. Non dico che dev’essere per forza uno straniero, ma nel nostro mondo penso che l’internazionalità del Festival debba rimanere centrale, un po’ a immagine e somiglianza della nostra nazionale di calcio”.
Le viene in mente magari anche qualche nome?
“Me ne vengono in mente tanti, ma non li farò certamente qui alla radio (ride)”.
Dario Lanfranconi
Il profilo per il dopo Chatrian
Il Quotidiano 23.06.2018, 21:30