Dalla Cima della Trosa, coi suoi 1869 metri, fin giù al delta della Maggia. È lo spazio dato agli studenti dell’Accademia di architettura per lavorare tra costruito, costruibile e territorio, concentrandosi su Locarno, ma non solo.
"Abbiamo strutturato il semestre proprio su questa idea di trasversalità. Non concentrandoci unicamente sul fondovalle", spiega alla RSI Martino Pedrozzi, professore nell’ateneo di Mendrisio.
L'atelier si inserisce nello Studio territorio Ticino, che si propone di considerare il territorio nella sua complessità. Gli studenti hanno preso spunto da diverse tematiche. Come ad esempio, il traffico alle Cinque Vie, sempre a Locarno, dove "la tipologia dello spazio non si è adattata nel passaggio al traffico motorizzato con la sua esigenza di velocità", spiega la studentessa Elena Lina-Sabrina Gisela Starke, indicando la sua nuova gerarchia di spazi con una piazza sopraelevata sotto cui transitano le automobili.
Il progetto dello studente Raphaël Brun si è invece focalizzato sul confine tra terra e lago, con una "proposta di passaggiata sull’acqua. Dal mio punto di vista mancava un collegamento continuo tra il giardino Jean Arp e il delta della Maggia".
Il lavoro è stato svolto in collaborazione con la Città di Locarno, e i progetti si inseriscono in contesti in cui la Città intende intervenire in un prossimo futuro. "L’idea - spiega Nicola Pini, che a Locarno è capodicastero Sviluppo economico e territoriale - è quella di avere nuovi sguardi e nuove letture del territorio. Che siano stimoli per il Municipio, il Consiglio comunale e la politica. Abbiamo voluto aprire il più possibile gli orizzonti".
I progetti saranno esposti al Palacinema fino a domani, sabato 20 maggio.