È iniziato alle 08.00 lo spoglio delle schede per l'elezione del Gran Consiglio ticinese, che definirà gli equilibri in Parlamento per i prossimi quattro anni. Equilibri che potrebbero essere diversi da quelli attuali e anche dall'esito dell'elezione del Consiglio di Stato domenica. Da accertare, per esempio, se il calo dei Verdi (in controtendenza rispetto a quanto accaduto nel resto della Svizzera) sarà confermato o se invece avrà davvero giocato un ruolo preponderante il voto utile degli elettori di centrosinistra in difesa del seggio di Manuele Bertoli.
Oppure quale sarà il risultato di Lega dei Ticinesi e UDC, che insieme, domenica, hanno ottenuto quasi la stessa percentuale che i leghisti avevano raggiunto da soli nel 2015? Il mantenimento del gruppo parlamentare è stato fissato quale obiettivo minimo dal presidente democentrista Piero Marchesi.
Infine, da vedere se si confermeranno o meno il segno "+" che il PPD ha ritrovato dopo 20 anni e la perdita di consensi del PLR. Le operazioni dovrebbero concludersi nel tardo pomeriggio, quando saranno noti i nomi dei 90 deputati. Degli uscenti, 23 non si ripresentano e 4 sono candidati con un'altra casacca. Nell'ultimo quadriennio sedevano in Parlamento 24 PLR, 22 rappresentanti della Lega, 17 PPD, 13 socialisti, 6 Verdi e 5 esponenti della Destra, oltre a un comunista, un esponente dell'MPS e uno di MontagnaViva. Dei tre, soprattutto quest'ultimo, Germano Mattei, pare a rischio alla luce della performance di domenica (0,81% dei voti).
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