I molinari sono tornati a farsi sentire, annunciando un presidio rumoroso venerdì dalle 16.00 davanti alla sede della polizia cantonale di Lugano in Via Bossi. Ai partecipanti è stato chiesto di portare pentole e fischietti. In un comunicato viene spiegato che questa iniziativa è stata decisa "in solidarietà e complicità con le, e gli, imputati". Nello scritto si fa riferimento a una trentina di indagati, imputati in tre inchieste solo indirettamente collegate alla demolizione del Molino.
Negli ultimi mesi la magistratura ha ascoltato più persone nel corso dell'indagine legata ai fatti accaduti in stazione a Lugano lo scorso 8 marzo. In quell'occasione una manifestazione contro il patriarcato, il razzismo e l'islamofobia era finita in scontri con la polizia. La manifestazione in questione aveva scatenato la reazione del Municipio di Lugano, che aveva dato avvio alla procedura di sfratto dei molinari, terminata con la demolizione dell'ex Macello.
Ci sono poi alcuni indagati in relazione all'occupazione dell'ex Vanoni, avvenuta il 29 maggio e che aveva fatto scattare lo sgombero del Molino, e una per un alterco accaduto il 30 maggio sempre a Lugano. Gli incarti riguardano anche dei minorenni. I molinari giudicano gli interrogatori eccessivi.
La magistratura conferma che le tre inchieste sono in corso, precisando che gli accertamenti sono volti a fare piena chiarezza sull'accaduto e per stabilire eventuali responsabilità.