I rapporti infernali tra UNIA e Vismara

Sono sempre più roventi, e il clima non c’entra, i rapporti tra il Municipio di Paradiso - ed in particolare tra il suo sindaco Ettore Vismara - e UNIA. È una vicenda di presunti abusi da parte dell’esecutivo nei confronti dei dipendenti comunali che si trascina da un paio d’anni. Ma ora si aggiunge una nuova accusa: il sindacato - regolamento comunale alla mano - punta il dito contro il mancato adeguamento al carovita degli stipendi dei dipendenti - circa 180, polizia e insegnanti esclusi.

Secondo UNIA nella busta paga mancherebbe il 3,1% dello stipendio e questo malgrado, a fine 2021, il Consiglio comunale di Paradiso abbia aumentato notevolmente le indennità dei municipali. Una situazione che ha spinto il sindacato a rivolgersi al Consiglio di Stato. “UNIA legge in modo sbagliato il regolamento, che noi applichiamo correttamente - replica il sindaco -. La questione è pendente davanti al Governo, e quindi UNIA aspetti e non faccia l’arrogante”.

Da parte sua il sindacato accusa Vismara di esercitare pressioni sugli impiegati tramite procedure amministrative pretestuose e continui inasprimenti delle direttive comunali. In più c'è l’accusa al sindaco di non voler sedersi a un tavolo.

“L’impressione, confermata dai fatti, è di una persona che non vuole discutere”, dice il sindacalista Matteo Poretti. “Sono arroganti – ribatte Vismara –. Sono venuti nel nostro magazzino comunale a fare uno sciopero e si sono presi tre decreti d’accusa. Hanno semplicemente il dente avvelenato”. Decreti d’accusa che UNIA ha, peraltro, impugnato.

Questi sono i toni della discussione. Ma c’è un altro aspetto, UNIA sostiene che la decisione sui salari presa dal Comune sarebbe addirittura contraria ai principi della Costituzione federale. Per il sindacato il Municipio impedisce ai dipendenti di poter ricorrere al Consiglio di Stato, non avendo rilasciato una decisione formale contro la quale opporsi. “Il Governo – dice Poretti – dovrà obbligare il Municipio ad emettere questa benedetta decisione”. La questione è quindi assai intricata e in divenire.