Si profila il processo per i responsabili della Ipus di Chiasso, la scuola privata di alta formazione a cui era seguita, nel Canton Grigioni, la creazione di un altro istituto analogo, la Unipolisi. La procuratrice pubblica Raffaella Rigamonti ha infatti chiuso l’inchiesta, promuovendo una lunghissima serie di accuse.
In aula la coppia, arrestata nel dicembre scorso, dovrà rispondere di ripetuta truffa qualificata, ripetuta amministrazione infedele qualificata, bancarotta fraudolenta, frode nel pignoramento, omissione della contabilità, inganno nei confronti dell’autorità. A carico dell’uomo (tuttora in carcere) sono state inoltre ipotizzate la ripetuta appropriazione indebita di imposte alla fonte e la contravvenzione alla legge federale sull’AVS.
Centinaia – secondo Rigamonti – gli studenti raggirati. Ragazzi a cui era stata promessa una laurea che i due, in realtà, non potevano garantire. E questo perché i millantati accordi con gli atenei in Albania, Romania e Slovenia non erano ancora stati raggiunti. Solo per la Ipus (fallita nel settembre del 2017) il buco si aggira attorno ai 970mila franchi. Tanti sono cioè i soldi delle rette prelevati a contanti dalle casse della scuola sull’arco di tre anni, e che gli imputati non hanno saputo giustificare.
Entrambi respingono però ogni addebito. Le parti avranno tempo ora fino alla fine di luglio per presentare istanze probatorie. Poi non resterà che attendere il rinvio a giudizio. Il procedimento penale contro altre due persone, legato alla Unipolisi, è stato invece disgiunto.
Francesco Lepori
Ipus, processo vicino
Il Quotidiano 25.07.2018, 21:31
CSI 18.00 del 25.07.2018 - Il servizio di Francesco Lepori
RSI Info 25.07.2018, 19:57
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