Le leggi sono cambiate, le banche hanno perfezionato sempre di più il loro sistema di controllo interno. Eppure, in Ticino come altrove, la criminalità finanziaria continua a coinvolgere gli istituti di credito. Come mai? Ecco che il nuovo libro del giornalista della RSI Francesco Lepori, "Il Ticino dei colletti sporchi", prova a rispondere a questa domanda, ripercorrendo le vicende che hanno segnato l'ultimo mezzo secolo della nostra storia giudiziaria. Pubblicato da Armando Dadò Editore - e con una prefazione del procuratore generale John Noseda - il libro è stato presentato ufficialmente venerdì mattina al Centro competenze tributarie della SUPSI.
Si parte quindi dai crac bancari degli anni '70 - dove l'enorme afflusso di capitali italiani provocò una crescita incontrollata del settore, trasformando presto l’Eldorado della finanza in un autentico Far West - per prendere poi in esame le malversazioni commesse esclusivamente dall'interno (il classico caso del "buco tappa buco"), le truffe architettate con l'appoggio di figure esterne alla banca e il riciclaggio di denaro.
"Il Ticino dei colletti sporchi" è il secondo libro pubblicato da Lepori, dopo quello scritto con il collega Luca Fasani sulla vicenda del fondo malaysiano 1MDB che travolse la BSI ("BSI fuori rotta" - Edizioni Casagrande, 2016).
CaL