Ticino e Grigioni

Il Ticino resta chiuso

Dopo il via libera di Berna, Bellinzona conferma la linea restrittiva. Le ditte potranno però chiedere un’autorizzazione – Gobbi: “Confederati non scendete in Ticino”

  • 28 marzo 2020, 17:14
  • 9 giugno 2023, 23:38
01:16

Notiziario delle 16.00 del 28.03.20

RSI Info 28.03.2020, 17:12

  • Ti-Press
Di: dielle 

A stretto giro di posta, dopo la luce verde arrivata da Berna sulla “finestra di crisi” ticinese che permette al Cantone di spingersi più in là con le restrizioni rispetto all’ordinanza federale, sono arrivate anche le puntualizzazioni del Governo ticinese che riguardano le misure in vigore per la prossima settimana, a partire da lunedì 30 marzo. Lo stato di necessità in Ticino è stato inoltre prolungato fino al 19 aprile, allineandosi al termine della situazione straordinaria nazionale.

07:49

Le misure in Ticino illustrate da Christian Vitta

RSI 28.03.2020, 17:04

Il presidente del Consiglio di Stato Christian Vitta ha espresso soddisfazione per la decisione federale e per la relativa approvazione delle nuove misure ticinesi, ma anche retroattivamente di quelle in vigore la scorsa settimana,: “Abbiamo finalmente chiarezza e viene data legittimità all’azione del nostro Governo, e resta confermato l’accesso agli aiuti federali anche retroattivamente”.

Vitta, che ha comunicato anche lo slittamento del cambio di presidenza nel Governo a inizio maggio (“ora vogliamo mantenere questa struttura di lavoro rodata”), ha poi illustrato le nuove regole, che ricalcano quelle in vigore la scorsa settimana, con qualche precisazione.

In particolare restano chiuse “Tutte le attività commerciali e produttive private, compresa tutta la ristorazione, le strutture che offrono servizi alle persone con contatto fisico, anche a domicilio (parrucchieri, massaggi, centri estetici, ecc.) e le strutture del tempo libero (palestre, teatri, centri giovanili, impianti di risalita ecc.)”. Il Governo ha pure ribadito che l'accesso agli uffici non è ammesso per il pubblico. Un'eventuale presenza in ufficio deve essere limitata.

Cosa resta aperto, compresa la nuova regola “autorizzativa”

Vitta ha anche specificato che non esiste nessuna autocertificazione per poter riaprire un’attività, ma che il regime resta autorizzativo. Per le attività che vorranno riaprire allo “Stato maggiore di condotta è delegata la concessione di autorizzare l’apertura di singole aziende o di settori di attività a fronte di evidenti urgenze o indispensabilità tecniche, di un preminente interesse pubblico o anche per attività non procrastinabili per le industrie che sottostanno all’articolo 5 della relativa legge federale (industrie, artigianato e commercio). Tutte le attività devono svolgersi nel rispetto delle accresciute norme igieniche e di distanza sociale.”

Oltre alle strutture sanitarie, sociosanitarie, agli studi e strutture di professionisti della salute, ai servizi di assistenza e cura a domicilio (SACD) che erogano prestazioni urgenti e necessarie, come già precedentemente potranno inoltre restare aperti: servizi di distribuzione di cibo, compresa la consegna a domicilio, anche se è escluso l’ingresso di clienti nei locali; le mense sociali senza scopo di lucro, le mense negli ospedali e nelle case di cura, nelle case anziani e nelle scuole non aperte al pubblico e le mense aziendali non aperte al pubblico; i punti di vendita di alimentari e generi di prima necessità, i punti vendita di articoli medici e sanitari, le farmacie e le drogherie, i chioschi e le stazioni di servizio. Proseguiranno la propria attività anche banche, uffici e agenzie postali e saranno possibili funerali nella stretta cerchia famigliare. Le attività devono comunque rispettare le norme igieniche accresciute e di distanza sociale.

Potranno inoltre restare aperti gli alberghi e i campeggi con più di 50 posti, ma solo per accogliere personale legato alle attività permesse e alla gestione dell’emergenza, e solo se non accolgono più di 50 persone (personale incluso) contemporaneamente e nel rispetto delle norme igieniche accresciute. Non è possibile aprire altri servizi (bar, spa ecc.).

Restano infine garantite le seguenti attività:

  • asili nido e servizi simili necessari;

  • servizi a sostegno della popolazione anziana o bisognosa, incluse le badanti;

  • attività del settore agricolo, di trasformazione agro-alimentare comprese le filiere che ne forniscono beni e servizi;

  • attività del settore chimico-farmaceutico, medicale, alimentare o indispensabili per il settore sociosanitario;

  • attività necessarie all’informazione e alla diffusione di contenuti, compresa la stampa dei giornali;

  • tutte le attività che possono essere svolte a domicilio in modalità remota;

  • disbrigo delle pratiche doganali, dei trasporti internazionali e dei trasporti indispensabili da parte delle case di spedizioni;

  • fornitura di beni e servizi a favore delle attività autorizzate;

  • trasporti connessi con le attività autorizzate e la consegna di pacchi;

  • interventi puntuali volti a risolvere guasti, rotture, interruzione di servizi, situazioni di pericolo o altre urgenze (possono essere svolti tramite un servizio di picchetto);

  • interventi volti a garantire l'igiene e la pulizia di luoghi pubblici o di spazi comuni;

  • attività private volte a garantire la sicurezza e l’ordine pubblico;

Il rispetto delle disposizioni sarà affidato alla polizia cantonale e a quelle comunali.

Gobbi e l’appello in schwyzerdütsch

Il direttore del Dipartimento Istituzioni Norman Gobbi, durante la conferenza stampa, si è pure appellato ai numerosi svizzero tedeschi che posseggono un rustico o una casa secondaria a sud delle Alpi, per chiedere loro di non venire in Ticino. Lo ha fatto parlando in dialetto svizzero tedesco, chiedendo accoratamente la loro collaborazione in questo momento difficile.

Gobbi infine ha fatto sapere che verranno attivati anche coloro che attualmente svolgono un servizio civile, andando a supportare le strutture sociosanitarie.

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Confermata linea restrittiva

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Le reazioni del mondo economico

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