Dallo scorso mese è in vigore la nuova ordinanza sulla caccia, adottata dal Consiglio federale dopo alcune modifiche legislative. Tra i cambiamenti principali, il trasferimento delle competenze sulla protezione del bestiame dalla Confederazione ai Cantoni.
In Ticino, data la conformazione del territorio e la presenza di alpeggi difficilmente difendibili, si sta elaborando un piano d’emergenza da presentare a Berna. Come spiegato da Daniele Fumagalli, capo della Sezione dell’agricoltura del Canton Ticino, esso “prevede - dove possibile - misure di protezione per ovini e caprini, evitando che un singolo attacco del lupo costringa allo scaricamento totale dell’alpeggio”. Possono essere contemplati margini di tolleranza per un certo numero di predazioni prima di intervenire drasticamente. Una soluzione di compromesso che consente tuttavia “di mantenere l’attività agricola sugli alpeggi garantendo al contempo l’accesso agli indennizzi dei capi predati”.
La collaborazione tra gli gli uffici competenti dell’Amministrazione cantonale e le associazioni agricole e di economia alpestre è fondamentale per sviluppare una strategia efficace e ottenere l’approvazione dell’Ufficio federale dell’ambiente. Gabriele Cozzi, responsabile del dossier grandi predatori all’Ufficio caccia e pesca, sottolinea a SEIDISERA l’urgenza di agire: “Vogliamo essere pronti prima dell’inizio della stagione alpestre”.
Infine, un aspetto finanziario: con la nuova ordinanza, i contributi federali ai Cantoni per la protezione delle greggi scenderanno dall’80% al 50%. L’impatto economico sul Ticino è ancora da quantificare, ma non dovrebbe essere eccessivo, poiché molti allevatori hanno già adottato misure di protezione.