Sfera professionale, contesto formativo e settori pubblico e parapubblico: sono questi i tre ambiti di intervento attorno al quale ruota il piano di azione per le pari opportunità, approvato dal Consiglio di Stato lo scorso 27 aprile e presentato oggi, lunedì, durante una conferenza stampa a Bellinzona.
Azioni concrete per le pari opportunità
SEIDISERA 02.05.2022, 20:35
Per raggiungere gli “obiettivi di sviluppo sostenibile promossi nell’ambito dell’Agenda 2030 dell’ONU”, si legge in un comunicato, sono stati definiti obiettivi e misure che verranno implementati entro il 2023, per poi procedere con una valutazione d’insieme nella prima metà del 2024.
Parità di genere nelle direzioni e nei CdA
Per quanto riguarda la sfera professionale, le principali misure promosse toccano, spiega il cantone, “la sensibilizzazione delle aziende sul tema della conciliabilità lavoro-famiglia, il sostegno all’inserimento femminile sul mercato del lavoro, l’analisi inerente all’adozione di un congedo parentale cantonale, la promozione della parità di genere nelle Direzioni e nei Consigli di amministrazione, la prevenzione delle violazioni dell’integrità personale sul posto di lavoro e la promozione della responsabilità sociale delle imprese, con particolare attenzione alla flessibilizzazione delle condizioni lavorative e alle misure di conciliabilità lavoro-famiglia”.
Lavoro, stop agli stereotipi di genere
Nel contesto formativo, Bellinzona cita: “lo sviluppo delle competenze di genere delle/dei docenti e delle/degli studentesse/i, attraverso offerte formative e attività didattiche attorno alle pari opportunità; l’inclusione e l’esplicitazione delle competenze di genere nel Piano di studio della scuola dell’obbligo; la promozione di un ambiente scolastico attento alle differenze di genere, alla diversità e all’inclusione e il sostegno alla scelta formativa e professionale libera da stereotipi di genere”.
Amministrazione, flessibilizzazione dei modi e dei tempi di lavoro
Infine, per quanto riguarda le pari opportunità nel settore pubblico e parapubblico, le misure individuate dal Cantone sono: “la concretizzazione degli impegni sottoscritti all’interno della Carta per la parità salariale; la flessibilizzazione dei modi e tempi di lavoro per il personale dello Stato; la promozione della parità di genere nelle commissioni, nei gruppi di lavoro e nelle posizioni dirigenziali dello Stato; l’informazione pubblica e il sostegno ad un maggiore equilibrio di genere nelle istituzioni politiche cantonali e comunali; la promozione del pari trattamento di donne e uomini nelle pratiche amministrative, attraverso l’adozione di un linguaggio rispettoso delle differenze di genere e delle scelte di vita; la prevenzione delle violazioni dell’integrità personale all’interno dell’Amministrazione cantonale e la promozione della responsabilità sociale dei Comuni, con particolare attenzione alla flessibilizzazione delle condizioni lavorative e alle misure di conciliabilità lavoro-famiglia”.
"L'ente pubblico funge da esempio"
Quello compiuto dal Cantone “è un passo molto importante, perché l’Ente pubblico svolge un ruolo di esempio non solo per quanto deve avvenire al suo interno, ma anche nei confronti dell’economia privata. È quindi importante che ponga dei paletti e, a mio avviso, anche in maniera più decisa e vincolante”, ha commentato ai microfoni di SEIDISERA Federica De Rossa, direttrice dell’Istituto di diritto dell’Università della Svizzera italiana. Può così “accelerare un cambiamento che sta già avendo luogo ma in maniera troppo timida a lenta”, ha detto De Rossa, sottolineando come nonostante gli impegni presi anche in ambito normativo, la parità di fatto sia ancora molto lontana e come, secondo degli studi, di questo passo per raggiungerla potrebbe volerci ancora un secolo.