I centri federali d'asilo, che si occupano di registrare i profughi in fuga sono molto sotto pressione in tutta la Svizzera. Nei centri federali sono già arrivate oltre 5'000 persone; da sabato solo a Chiasso ne sono state registrate già 640. Secondo la chiave di riparto, lo ricordiamo, è previsto che rimangano in Ticino circa 2'500 persone.
Da questa mattina per velocizzare le procedure e ridurre i ritardi che ci sono stati nel fine settimana i profughi ucraini vengono registrati negli stabili amministrativi di Via Milano 23. “Abbiamo dovuto gestire questa crisi con il personale che abbiamo a disposizione. I processi sono nuovi, non ancora completamente rodati, ma siamo sempre in corso di miglioramento” ha dichiarato alla RSI Micaela Crippa che è la responsabile della regione procedurale Ticino e Svizzera Centrale. Nonostante gli sforzi a inizio pomeriggio era stata già raggiunta la capienza massima: 160 persone in procedura di registrazione. Ognuno con la sua storia.
Chi ha già un alloggio - e sono la maggior parte - è invitato a tornare in seguito. "Non c'è nessuna fretta", la Segreteria di Stato della migrazione tiene a smentire una voce circolata fra chi scappa dalla guerra, "non esiste nessun contingente di permessi S che possono essere concessi. Qualsiasi cittadino ucraino sarà registrato". E chi non ha un alloggio? “Chi non ha un alloggio verrà accolto nel dormitorio della SEM aperto a Chiasso per fronteggiare l’emergenza. (ASCOLTA l’audio). Entro la fine della settimana i profughi potranno pre-registrare sul sito della SEM in modo da ridurre, si spera, i tempi di attesa.
Vista la pressione su tutti i centri federali, teme una carenza di posti letto? “Se riusciremo a velocizzare il processo di registrazione non saremo confrontati a una mancanza di posti letto”. Più difficile è invece mantenere la promessa iniziale, ovvero che in 24 ore le persone trovino alloggio fuori dai centri federali, preferibilmente in abitazioni private. “Mi scuso personalmente per i ritardi che sono già stati registrati in questi giorni”, conclude Micaela Crippa, “stiamo facendo il meglio con il personale che abbiamo per cercare di velocizzare la procedura e permettere a tutti di trovare una certa tranquillità”.
Fra gli alloggi predisposti in Ticino, il centro della protezione civile di Cadenazzo
Si prepara anche l'EOC
Il permesso S rimane importante anche per accedere alle cure in Svizzera, poiché legato all’assicurazione malattia obbligatoria. In Ticino, l’Ente ospedaliero cantonale ha già discusso internamente sull’eventuale accoglienza di persone che necessitano cure. Mattia Lepori, vicecapo dell'area medica, ritiene che i profughi, in maggioranza donne e bambini, si presentino in buone condizioni di salute. "Siamo responsabili di eventuali urgenze mediche, ma non abbiamo né mandato né competenze per problematiche psichiatriche e psicologiche", spiega.
Seidisera 18.00 del 15.03.2022 Il servizio di Laura Dick
RSI Info 15.03.2022, 18:38
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