Ticino e Grigioni

Il dopo Berset secondo i politici ticinesi

Greta Gysin, Fabio Regazzi, Bruno Storni, Alex Farinelli e Lorenzo Quadri hanno condiviso i loro pareri ai microfoni della RSI

  • 21 giugno 2023, 22:13
  • 25 aprile, 10:37
25:22

dibattito in studio

Telegiornale 21.06.2023, 20:00

  • Keystone
Di: TG/LP 

"Io non l'ho mai visto perdere il controllo anche in situazioni in cui è stato molto sotto pressione". Così Alex Farinelli (PLR) ha ricordato il consigliere federale Alain Berset che ha rassegnato oggi (mercoledì) le dimissioni. Ha quindi lodato "il pragmatismo e la calma" che lo hanno contraddistinto.

Anche Lorenzo Quadri (Lega dei Ticinesi) ha sottoscritto le qualità personali di Berset, quali "la solidità e l'autorevolezza". Così pure Greta Gysin (I Verdi), che ha definito il consigliere federale uscente un vero "fuori classe".

Fabio Regazzi (Il Centro) ha parlato invece dei contributi di Berset durante la crisi pandemica, che hanno portato la Svizzera a essere "uno dei Paesi che ha meglio gestito l'emergenza". Punto dolente? "L'eccessivo potere lasciato alla task force che, per un certo periodo, si era sostituita al Consiglio federale stesso". Sul tema, alcune critiche sono state mosse anche da Lorenzo Quadri, che ha definito "eccessive" le misure messe in atto durante la gestione del Covid. È poi tornato sul "tema dei premi di cassa malati, che continuano ad esplodere", per cui, secondo il consigliere nazionale, l'esecutivo ha fatto troppo poco.

Bruno Storni (PS), invece, ha elencato i maggiori successi di Berset: "La rendita ponte è una delle grandi innovazioni nella socialità che è riuscito a far passare assieme alla signora Keller-Sutter; ha stabilizzato le finanze dell'AVS".

È finita l'era del Consiglio federale delle grandi personalità?

Le dimissioni del presidente della Confederazione lasceranno un buco difficile da riempire, soprattutto vista la sua spiccata caratura personale. "È chiaro che la mancanza di questi personaggi politici si fa sentire", ha ammesso a questo riguardo Regazzi. Tuttavia, ha continuato, citando lo stesso Berset, "le Istituzioni sopravvivono alle persone: questo è uno dei punti di forza del nostro sistema".

Dello stesso avviso anche il consigliere nazionale PLR, Farinelli, che non ritiene necessaria la presenza "di un leader che sostituisca le personalità" uscenti. "La forza del Governo", infatti, "è quando tutti i suoi membri sono in grado in maniera autorevole di sostenerne le decisioni".

Il seggio libero fa gola all'ala progressista

"I verdi hanno, aritmeticamente, diritto a un seggio in Consiglio federale" ha esordito Greta Gysin riguardo la possibilità di un assedio verde al posto lasciato libero da Alain Berset. "In ottobre immagino che avremo ancora dimensioni tali da giustificare la nostra entrata in Governo". La conclusione segue quindi limpida: "Noi in dicembre presenteremo una nostra candidatura". Una candidatura che non dev'essere intesa come un attacco a una persona o a un partito, ma semplicemente come una rivendicazione del "nostro diritto di essere rappresentati" tra le file dell'Esecutivo.

Il rimpiazzo, secondo Storni, dovrebbe però avvenire su uno degli scranni conservatori e non su quelli dell'ala progressista. "Sovra-rappresentata è l'area di destra". In tal senso quindi, il consigliere nazionale spera "che i verdi attacchino il seggio dalla parte migliore per portare una presenza maggiore della sinistra progressista".

Dal punto di vista di Alex Farinelli, tuttavia, le dimissioni di Berset non costituiscono una vera minaccia per la posizione del Partito Socialista: "non penso che rischi il suo seggio al Consiglio federale, perché la concordanza è chiara".

Non della stessa opinione è il deputato leghista: "A mio giudizio sia il PLR che il PS potrebbero essere ritenuti sopra-rappresentati; teoricamente, il secondo seggio di entrambi i partiti potrebbe essere attaccabile".

Gli scenari possibili sono dunque molti ma, come ha sottolineato in conclusione Greta Gysin, "è ancora molto presto per poter fare una previsione".

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