Elogi e ringraziamenti non si sono fatti attendere, dopo l'annuncio dell'uscita di Alain Berset, a fine anno, dal massimo collegio governativo. Il PLR, attraverso il suo capogruppo parlamentare Damien Cottier, ha salutato "il lavoro instancabile di un consigliere federale impegnato". Philippe Nantermod, vicepresidente del partito svizzero, ha quindi sottolineato il grande coraggio di cui Berset ha dato prova durante la gestione della pandemia.
Un aspetto, quest'ultimo, evidenziato anche dai Verdi liberali: come ministro della sanità durante la crisi, Berset ha guidato il Paese attraverso fasi turbolente, si legge in una loro nota. Detto ciò, e a seconda degli esiti delle Federali, il partito si riserva però di rivendicare il seggio lasciato dal socialista. I Verdi liberali, che puntano a ottenere più del 10% dei voti, reputano infatti che il PS sia sovrarappresentato nell'Esecutivo. E se non aumenterà i consensi, sostengono, dovrà rinunciare al suo secondo seggio.
E i Verdi? Anche loro puntano ormai da anni a entrare in Governo, ritenendo che la sua attuale composizione non rifletta i rapporti di forza a livello politico. Tale obiettivo è così ribadito anche in un comunicato diffuso dopo l'annuncio di Berset: nello stesso, infatti, si precisa che gli ecologisti prevedono una loro candidatura per quando si tratterà, a fine anno, di rinnovare integralmente il Consiglio federale.
Per parte sua il Centro ha inteso ringraziare Berset per "i suoi lunghi anni di servizio", così come per "l'impegno a favore della Svizzera e delle sue istituzioni". Il partito, ora, si attende che i suoi potenziali successori in Governo si caratterizzino per "il rispetto delle regole della collegialità".
L'UDC ha preso atto della decisione di Berset, elogiando la sua posizione sul tema della neutralità. In funzione di tale principio, e a differenza del suo partito, il friburghese ha dimostrato di avere spina dorsale, sostiene il partito: non si è infatti piegato alle pressioni mediatiche e di politica estera, si legge in un comunicato. I democentristi, peraltro, si rammaricano per il fatto che al DFI permangano importanti problemi, come la garanzia a lungo termine della previdenza e la necessaria riforma della LPP.
La corsa alla successione è intanto aperta. E il PS ha già anticipato che termini per le candidature e criteri saranno definiti in margine alla sessione d'autunno delle Camere. Si tratterà quindi di attendere fino a settembre. Ma da subito il partito, per voce della copresidente Mattea Meyer, intende procedere dal presupposto che rimarrà valida "la promessa dei Verdi di non contestare il seggio" socialista.
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