"A pesare sempre più c’è l’aspetto finanziario ma ce n'è uno anche morale. L’agricoltore è isolato anche socialmente e, in certe regioni, incompreso. Questi fattori assieme possono contribuire a un accumularsi di casi che sono impressionanti". A parlare è una delle voci più note del mondo agricolo ticinese: quella di Ulrico Feitknecht che mercoledì mattina alla RSI ha illustrato in tutta la sua ampiezza il dramma che i contadini svizzeri stanno vivendo in questo periodo. Una situazione che in molti casi porta alla disperazione più estrema.
Albachiara del 26.11.15: l'intervista a Ulrico Feitknecht
RSI Info 26.11.2015, 10:04
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A lanciare l’allarme per i suicidi che si stanno verificando nel settore è stato il Blick. Il quotidiano riferisce che nelle ultime settimane quattro contadini, un 30enne, un 60enne e due 50enni, attivi in settori diversi - chi nella produzione del latte, chi nel settore della carne da macello, chi nella coltivazione di patate o di barbabietole da zucchero - hanno deciso di farla finita.
Fare il contadino (in Svizzera come in molti altri Stati) non solo non è più redditizio, ma la gestione delle aziende agricole sta portando alla rovina molti lavoratori. Lo testimonia anche padre Lukas Schwyn, presidente del telefono amico del settore, al quale si rivolgono ogni anno 130 persone. E la decisione del Consiglio federale di diminuire i sussidi, i pagamenti diretti a sostegno del settore, non farà che peggiorare la situazione rendendo ancor più profonda la disperazione. "Vogliamo solo produrre a prezzi giusti", questo il messaggio che vogliono lanciare i contadini che domani, venerdì, manifesteranno davanti a Palazzo federale.
Diem