Ticino e Grigioni

Il drone che cura le vigne

La nuova tecnologia permette trattamenti in volo, veloci, senza sprechi e senza inquinare. Sulle colline di Coldrerio è iniziata la rivoluzione

  • 18 luglio 2021, 18:19
  • 20 novembre, 20:01
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CSI 18.00 del 17.07.21: il servizio di Patrick Solcà sull'utilità del drone in viticoltura

RSI Info 18.07.2021, 19:57

  • RSI
Di: CSI/M. Ang. 

Sulle colline di Coldrerio, al centro del Mendrisiotto, c'è un drone che si prende cura di un vigneto affacciato su Mezzana. Siamo nell'Azienda vitivinicola di Enrico Trapletti, il primo produttore ticinese ad avere introdotto questa tecnologia. Una scelta fatta per ragioni pratiche.

"Con il trattore si possono regolare le dimensioni degli ugelli, ma su tutto il vigneto... non si può scendere velocemente, cambiare gli ugelli a seconda della situazione e risalire. Invece con il drone, se arriva vento, già in volo si può correggere: goccia più grande, più piccola, più fine, più grossa... si può anche aumentare, a metà filare, anche la quantità di prodotto che si mette sulla vigna", spiega Trapletti.

Un trattamento programmato esattamente in base alle esigenze del vigneto. Qui a Coldrerio il tutto è nelle mani di Stefano Calvi, titolare della società che fornisce questo servizio.

"Innanzitutto il drone prepara una mappa della zona da trattare. Poi carica la mappa ed esegue tutto il percorso, completamente in automatico. Sulla mappa si stabilirà la quantità di liquido che bisogna distribuire e si stabiliscono anche le zone con ostacoli che non vanno trattate: ad esempio il corso di un fiume che attraversa la zona da trattare. Gli ugelli si chiuderanno in automatico e la zona non verrà trattata", sottolinea Calvi.

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Il primo drone usato per curare la vite in Ticino

RSI 18.07.2021, 17:56

Una tecnologia che permette di lavorare molto più rapidamente rispetto ai metodi tradizionali, non solo perché i droni permettono di erogare prodotti fitosanitari pìù concentrati, ma anche perché un operatore ne può pilotare 5 contemporaneamente. Nei vigneti di Enrico Trapletti, dove si coltiva principalmente Merlot e Nebbiolo, si lavora così da un anno, utilizzando esclusivamente prodotti biologici.

Non è molto più impegnativo dal punto di vista della gestione? "A livello di testa e di organizzazione più del doppio, a livello fisico (per la gestione in tempi) è il doppio, ma ne vale la pena, secondo me. E ho fatto questa scelta per i vini di alta qualità", spiega Trapletti.

Insomma, produrre vino biologico è una scelta che comporta moltissimo impegno, soprattutto in Ticino, dove il clima è particolarmente favorevole alle malattie della vite. Una sfida alla quale viene in soccorso la tecnologia, che in futuro sarà probabilmente diffusa su larga scala.

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