Sono sei le sedi di scuola media che testeranno, nelle classi di terza, nuove modalità di insegnamento in matematica e tedesco. Il superamento dei livelli, dopo il via libera al test martedì da parte del Gran Consiglio, verrà messo alla prova quasi certamente a Caslano, dove già da tempo si lavora con queste modalità, mentre i nomi degli altri cinque istituti, che parteciperanno su base volontaria, saranno resi noti nelle prossime settimane.
Quattro le varianti collaudate per i due modelli che sono, da un lato, quello della codocenza, con due insegnanti contemporaneamente presenti in classe, e dall’altro, quello della codocenza a gruppi ridotti, ovvero la separazione della classe in due distinti gruppi, che fanno lezione nello stesso momento.
“Siamo davvero soddisfatti perché sono davvero tanti anni che, non solo noi, ma la società, i genitori, i docenti e gli allievi hanno questa grande aspettativa. È un passo importante che ci condurrà a fare esperienze arricchenti”, è il commento di Emanuele Berger, direttore della Divisione della Scuola del DECS, dopo il via libera del parlamento.
Quanto votato è frutto di un compromesso e continua a sollevare dubbi da parte di chi teme un abbassamento qualitativo dell’insegnamento. L’UDC, in una nota odierna, parla di soluzione affrettata, improvvisata e incompleta.
“Noi pensiamo il contrario – replica Berger -. In Ticino tutte le altre materie, da quarant’anni, sono insegnate così, vale a dire in classi eterogenee con docenti singolo. Qui, in più, abbiamo l’enorme vantaggio di averne due. Quindi gli allievi possono essere seguiti molto meglio”. Esiste poi una letteratura molto vasta, continua il capodivisione, “che mostra come i sistemi eterogenei diano dei risultati eccellenti”.
Lo scorso luglio erano state consegnate 8'000 firme per abolire i livelli. “La nostra iniziativa non entra in materia sui modelli. Avevamo chiesto di cambiare dapprima la legge, abolire quindi i livelli e fare infine una sperimentazione durante tre anni”, afferma Raoul Ghisletta, del comitato “Basta livelli nella scuola media”. “Qui si rovescia un po’ la prospettiva, nel senso che prima si fa la sperimentazione e poi si cambierà la legge. L’iniziativa rimane congelata e aspetteremo questa sperimentazione”.
Dopodiché il parlamento deciderà cosa fare e se mantenere il testo dell'inziativa, ma la speranza del DECS è che in caso di successo i modelli di codocenza entrino in vigore -assieme ad una nuova legge- nel 2026 in tutte le scuole medie.