Il nipote del defunto re etiope Hailé Selassié è stato arrestato in Lussemburgo agli inizi di giugno, ed estradato in Ticino a metà settembre. Lo ha appreso martedì la RSI. Ora il 65enne si trova rinchiuso al penitenziario cantonale, dove dovrà rimanere in carcerazione preventiva almeno per i prossimi tre mesi. Così ha stabilito il giudice dei provvedimenti coercitivi Paolo Bordoli, ravvisando i pericoli di fuga e di inquinamento delle prove.
L’uomo venne denunciato nel 2017 da tre investitori ticinesi, che sull’arco di diversi anni gli avevano affidato denaro per un totale di oltre 10 milioni di franchi. I soldi sarebbero dovuti servire a finanziarie una trattativa che il principe sosteneva di avere avviato con lo Stato tedesco per l’incasso di vecchi bond. Obbligazioni emesse dalla Germania dopo la prima Guerra Mondiale, nel 1922, per rispettare gli impegni assunti con il Trattato di Versailles.
Il valore dei titoli? Miliardi, secondo il 65enne, grazie ai quali avrebbe poi garantito una lauta ricompensa ai sostenitori dell’operazione. Stanchi di aspettare, i tre imprenditori si rivolsero però al ministero pubblico. Di qui l’inchiesta e l’ordine di arresto internazionale, eseguito in giugno.
Le accuse ipotizzate sono quelle di truffa e falsità in documenti. Da parte della difesa, per ora, nessun commento. “Il mio cliente respinge gli addebiti” – si è limitato a dichiarare l’avvocato Emanuele Stauffer.