L'Associazione delle polizie comunali ticinesi si è riunita in assemblea mercoledì a Locarno per fare il punto della situazione e ribadisce che il sistema attuale funziona: portare a 25 il numero degli agenti dei corpi di polizia comunale che collaborano con quelle dei poli regionali (quelli cosiddetti di "polizia strutturata") — come proposto dalla Conferenza consultiva sulla sicurezza — non è la via da seguire, ha ribadito il presidente, Dimitri Bossalini (ascolta l'audio allegato).
"Alcune polizie comunali dovranno operare su 20-25 comuni, è determinante avere un numero ristretto di comuni a cui portare il servizio, proprio per essere efficaci e tempestivi", ha detto ai microfoni della RSI. Ecco perché la controproposta è di portare il numero di agenti non a 25, ma a 16.
"Se la nostra proposta, che praticamente è già alla fase di implementazione, sarà accettata, il numero di comuni serviti sarà limitato e questo permetterà di garantire il concetto di polizia di prossimità".
Bossalini, durante il suo discorso, ha pure criticato la decisione del Dipartimento federale di giustizia e polizia di non aver previsto la detenzione, nel codice penale, per reati commessi contro funzionari.
CSI/px
Per saperne di più: il sito web dell'Associazione delle polizie comunali ticinesi