Durante l’interrogatorio di garanzia, tenutosi oggi, lunedì, il presunto jihadista Abderrahim Moutaharrik ha dichiarato che voleva andare insieme alla moglie Salma Bencharki in Siria "per aiutare i bambini colpiti dalle guerre, non per arruolarci nell’IS".
Lo ha riferito il loro legale, Francesco Pesce, lasciando il carcere di San Vittore, dove sono detenuti i suoi clienti: "Hanno spiegato ai magistrati che sono cresciuti in Italia e non vorrebbero mai fare seriamente del male a nessuno".
La coppia, ricordiamo, è stata arrestata nell’ambito di un’inchiesta antiterrorismo condotta dalla procura di Milano. Sono allora emersi dettagli che collegano il marocchino al Ticino: fino al mese di settembre, infatti, il kickboxer 28enne ha frequentato una palestra di Canobbio. Nel mese di marzo, inoltre, gli è stato vietato l’accesso in Svizzera. "Probabilmente a causa del fatto che per i combattimenti ha indossato una maglietta con un logo analogo a quello usato dai gruppi estremisti islamici", ha dichiarato Pesce, raggiunto al telefono dalla RSI.
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