Nel 2010, il Ticino si distingueva rispetto alle altre regioni del Paese per l'alto numero di incidenti stradali. L'incidenza di morti e feriti gravi ogni 100'000 abitanti era di 125 contro gli 87 della Romandia e i 67 della Svizzera tedesca. Undici anni dopo, però, lo scenario è cambiato. Gli incidenti sulle strade sono diminuiti al punto da portare il Ticino ai livelli delle altre regioni. A evidenziarlo è uno studio dell'Ufficio prevenzione infortuni (UPI) pubblicato martedì, che fa un'analisi sul 2021.
Il calo del rischio di incidenti gravi riguarda tutta la Confederazione, ma la flessione più significativa riguarda proprio il Ticino, che ha registrato una media di 51 persone ferite gravemente o mortalmente su 100'000 abitanti (nel 2010 la media era di 99). In Svizzera romanda vi è stata una riduzione da 74 a 49 e in quella tedesca da 54 a 45. Guardando i dati assoluti, nel 2020, i feriti gravi o morti per 100’000 abitanti sono stati 52 in Ticino, 49 in Romandia e 45 nella Svizzera tedesca: una riduzione su cui potrebbero aver inciso anche le restrizioni di movimento legate alla pandemia.
Se il numero degli incidenti è diminuito, il profilo invece - rileva l'UPI - non è mutato. Tra le varie regioni linguistiche (dove i Grigioni sono stati considerati come area germanofona) permangono alcune differenze. Ad esempio, la velocità ha un peso più importante in Svizzera tedesca e in Romandia, mentre l'alcol più spesso è causa di incidenti gravi in Svizzera romanda e in Ticino. Nella Svizzera tedesca è maggiore il numero di ciclisti coinvolti in incidenti.
Velocità
Gli automobilisti ticinesi sembrano essere più prudenti da questo punto di vista, anche per timore di essere pizzicati da un radar. La percentuale di coloro che sono stati sottoposti ad almeno un controllo della velocità nel corso del 2018, ad esempio, è stata significativamente più alta in Ticino (17%) rispetto alle altre due regioni (6-7%). Nel complesso, gli automobilisti ticinesi sono più propensi ad aspettarsi controlli di velocità, secondo quanto riferisce l'UPI.
Alcol
L'alcol è una delle cause principali degli incidenti gravi sulle strade svizzere. Tuttavia, la percentuale delle persone gravemente ferite o uccise in incidenti legati all'alcol è diminuita negli ultimi venti anni, passando dal 14% del periodo 1998-2000 al 12% nel 2018-2020. Il calo più pronunciato si è registrato in Ticino (dal 19% nel 1998-2000 al 13% nel 2018-2020). La Romandia, invece, detiene il primato in questo ambito, indipendentemente dal periodo considerato. Secondo l'Ufficio prevenzione infortuni, su questo aspetto incidono anche dei fattori culturali. Una percentuale più elevata di abitanti della Svizzera tedesca interpellati nel 2021 ritiene che guidare dopo due o più bicchieri sia inaccettabile (58% nella Svizzera tedesca, 44 % nella Svizzera francese e 48% in Ticino).
Cinture di sicurezza
Nell'ultimo decennio, la percentuale di occupanti di auto che non indossavano le cinture di sicurezza e che hanno riportato ferite gravi era più alta in Ticino (26%) che nella Svizzera tedesca e francese (16% e 20% rispettivamente).
Due ruote
In passato, in tutto il Paese gli occupanti di un’auto rappresentavano il gruppo più soggetto agli incidenti gravi. Attualmente, invece, la percentuale maggiore è costituita da utenti su due ruote: motociclisti in Svizzera romanda e in Ticino, e ciclisti in Svizzera tedesca. Il dato, secondo l'UPI, è principalmente riconducibile ai mezzi di spostamento più utilizzati nelle varie regioni. Gli svizzero-tedeschi percorrono distanze mediamente due volte più lunghe in bicicletta delle persone domiciliate nelle altre regioni, mentre ad esempio le moto sono più comuni nelle famiglie ticinesi.
Numeri e prevenzione
Nel 2020, 227 persone sono state uccise e 3’793 sono rimaste gravemente ferite sulle strade svizzere. Entro il 2030, l'USTRA vuole ridurre il numero di morti su strada a 100 e i feriti gravi a 2'500. Un obiettivo che secondo l'UPI può essere raggiunto solo mettendo in campo misure preventive differenziate a seconda delle specificità di ogni singola regione.