"È inevitabile che dobbiamo intervenire sull'effettivo. A livello nazionale ci sarà una riduzione di 250 posti e per la Svizzera italiana saranno circa una quarantina, assorbiti nella stragrande maggioranza dei casi dalla rotazione naturale del personale". Così si è espresso il direttore della RSI Maurizio Canetta durante l'assemblea del personale di giovedì dedicata ai risparmi contenuti nel programma di riforme a lungo termine della SSR. Intervento sull'effettivo che partirà dal prossimo mese di gennaio e si protrarrà per quattro anni.
Se come detto si tratterà principalmente di fluttuazioni naturali del personale non si possono però escludere - come conferma il direttore - i licenziamenti: "Non possono essere esclusi a priori, ma l'obiettivo evidentemente è quello di farne il minor numero possibile e poter davvero lavorare sulle partenze e sui pensionamenti volontari".
E per quanto riguarda i programmi? "Non ci sono trasmissioni che verranno cancellate in nome di queste misure. Ci sarà un intervento sul modo di produrre i programmi. La RSI in totale ne offre 195 fra radio tv e dopo averli analizzati tutti si è deciso di lavorare su 85, a partire dall'ideazione fino alla realizzazione, riducendo i costi".
Per quanto riguarda il progetto del nuovo Campus, il direttore risponde che si proseguirà: "Era prevista la realizzazione in due fasi. La prima fase è già stata deliberata e ci sarà quindi una costruzione, mentre per il momento rinunceremo all'attuazione della seconda fase (dedicata allo spostamento degli studi di ReteDue e ReteTre, ndr) e rivedremo il progetto andando verso una maggiore densificazione degli spazi".
La voce del sindacato
"Ce lo aspettavamo, dopo il 4 marzo sapevamo che si sarebbe andati in questa direzione, perché bisognava risparmiare 100 milioni. Per noi la non sostituzione dei pensionamenti è un problema, perché vorrà dire fare di più con meno e se le persone lavorano sotto stress non riescono a garantire la qualità", queste le parole di Paolo Bertossa del sindacato SSM.
CSI