Il caso del 31enne del Luganese che ha adescato una cinquantina di minorenni e si è fatto inviare centinaia di immagini a sfondo sessuale ha messo in evidenza i rischi legati al sexting, lo scambio di materiale intimo via telefono.
Un problema conosciuto da Pro Juventute e il direttore regionale Ilario Lodi sottolinea che le nuove tecnologie danno agli adolescenti un accesso alla sessualità inimmaginabile fino a 20 anni fa. Un accesso che filtri e blocchi non bastano a bloccare a causa, spiega Alessandro Trivilini, responsabile del Servizio informatica forense, della velocità con cui la tecnologia fa passi avanti. I giovani vanno quindi preparati all’eventualità di brutti incontri online, in modo che possano reagire in maniera consapevole e riconoscere le tecniche di manipolazione usate da chi cerca di avvicinare i minori.
Il problema, secondo Lodi, può essere affrontato in famiglia, trattando temi come l’intimità e la privacy, la gestione delle emozioni, i limiti su cosa condividere o meno online. Discorsi dalla grande valenza educativa che non richiedono esperti di educazione.