L’inflazione sta rallentando e la Banca Nazionale Svizzera (BNS) ha ridotto il tasso direttore, con effetti quasi immediati sui tassi ipotecari. Gli esperti della Confederazione prevedono che questa tendenza continuerà anche nel 2024.
A causa della crisi petrolifera del 1973 l’inflazione in Svizzera arrivò a sfiorare il 12%. Tempi lontani. Oggi, nonostante la guerra in Ucraina e in Medio Oriente, rimane su cifre modestissime, in confronto al resto del mondo. Secondo Edoardo Beretta, professore di macroeconomia all’Università della Svizzera italiana, questo è dovuto al fatto che “gli aumenti dei prezzi nelle economie avanzate si riflettono meno sui beni di consumo e più sui mercati finanziari o immobiliari, creando bolle speculative”.
“La Svizzera ha subito meno il rialzo dei prezzi rispetto ai Paesi della zona euro e agli Stati Uniti. La BNS sta rientrando da quella situazione micro-emergenziale degli ultimi trimestri”, dice Beretta. La riduzione del tasso direttore ha abbassato i tassi ipotecari, ma ha anche aperto un dilemma per chi deve stipulare un mutuo: tasso fisso o variabile?
“Il tasso fisso è un’assicurazione: pago un premio per assicurarmi un determinato scenario. Se però quello scenario non si verifica, ho solo avuto un costo e nessun beneficio”, spiega Christian Tavasci, consulente finanziario presso VermögensZentrum VZ. I dati mostrano che chi ha scelto un’ipoteca a tasso fisso ha pagato di più rispetto a chi ha optato per un tasso variabile. Tuttavia, solo il 18% degli svizzeri ha scelto questa opzione.
Con l’autunno, si prevede che la BNS ridurrà ulteriormente il tasso guida, portando a una nuova diminuzione dei tassi ipotecari. Indovinare il punto più basso che verrà toccato potrebbe far sì che un tasso fisso diventi davvero una scommessa vincente, ma il rischio rimane.