Martedì 15 ottobre ricorre la Giornata internazionale del bastone bianco, che per Unitas è un’occasione per sensibilizzare il grande pubblico sulle problematiche delle persone cieche e ipovedenti. Quest’anno la ricorrenza è stata incentrata sull’inclusione professionale. Il Quotidiano ne ha parlato con due soci dell’associazione.
“Lavoro a Casa Andreina da 12 anni; sono operatrice sociale e nello specifico insieme ai colleghi ci occupiamo dell’operatività del centro. – racconta Lucia Leoni - In pratica dell’accoglienza degli utenti, della pianificazione e organizzazione delle numerose attività che proponiamo per loro. In più da due anni a questa parte sono formatrice professionale degli apprendisti e degli stagisti operatori socio-assistenziali”.
Lucia è un ottimo esempio di inclusione professionale. Dopo aver svolto un bachelor in lavoro sociale ha subito trovato un impiego. Con tanta passione e determinazione, svolge il suo lavoro senza problemi grazie ad alcuni mezzi ausiliari. Così fa anche Filippo Martinoli, gestore patrimoniale in banca da 25 anni e vice presidente di Unitas.
“Riesco a fare le attività di gestore patrimoniale regolari con una certa performance anche sul posto di lavoro. – racconta alla RSI - Quello che trovo un’ottima cosa è che sono molto ben integrato anche all’interno dell’ufficio. I miei colleghi capiscono i miei punti forti e quelli più deboli e si cerca di trovare un buon equilibrio”.
Filippo è ipovedente dalla nascita, Lucia invece è diventata cieca da un occhio all’età di 10 anni. Il suo messaggio per le persone con una disabilità visiva che desiderano entrare nel mondo lavorativo è di non abbattersi e soprattutto di dialogare.
Le interviste integrali le trovate nel video in apertura di pagina.