Gli inquirenti italiani ne sono convinti, il gruppo di aspiranti jihadisti arrestato ieri tra Piemonte e Lombardia era pronto a compiere a breve attentati in Italia per conto Stato islamico. Tutti, compreso Abderrahim Moutaharrik, il giovane pugile italo-marocchino, solito allenarsi nella palestra Fight Gym Club di Canobbio, che stando all’ordinanza di arresto firmata dal giudice per le indagini preliminari “già in passato aveva pensato di agire in tal senso, lamentando tuttavia le difficoltà” di reperire armi e esplosivi.
Nei confronti del 27enne, Berna aveva emanato lo scorso marzo un divieto d’accesso in Svizzera. Una decisione, si legge a pagina 61 dell’ordinanza, che lo aveva “irritato molto”, tanto da spingerlo ad affermare alla moglie, durante una telefonata intercettata dalla polizia, di volersi vendicare dei compagni di palestra ticinesi.
Moutaharrik Abderrahim
Pronto a colpire a Lugano? Le autorità d'oltre confine minimizzano:
questa affermazione è del tutto marginale rispetto all'indagine di terrorismo in corso e alla preparazione di un imminente attacco contro la “capitale dei crociati”.
Contattato dalla RSI, il Ministero pubblico della Confederazione mantiene dal canto suo il più stretto riservo sull’intera vicenda. Quello che è noto, e sono state le autorità italiane a confermarlo, è che la collaborazione tra Berna e Roma c’è stata e continuerà, ma non è dato sapere se un'indagine formale sia stata aperta anche dalle autorità elvetiche.
La presenza a Viganello
Emergono intanto nuovi dettagli sul versante ticinese. Secondo informazioni raccolte dalla RSI, il giovane pugile-operaio era solito fermarsi di tanto in tanto a Viganello, ospitato a casa di famigliari, dove si recava pure in moschea per la preghiera del venerdì.
Detenuto nel carcere milanese di San Vittore, comparirà davanti al giudice delle udienze preliminari lunedì per l’interrogatorio di garanzia.
ludoC/CSI
DAL QUOTIDIANO:
RG delle 18.30 del 29 aprile 2016; il servizio di Thomas Paggini
RSI Info 29.04.2016, 20:57
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