Estrema destra

Junge Tat a Bellinzona suggerisce legami con il Ticino

“Azione mirata”, secondo l’esperto Dirk Baier - Michela Trisconi: “Non abbiamo evidenze per dire che sia presente anche da noi”

  • 2 ottobre 2023, 18:57
  • 15 aprile, 13:22
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Junge Tat chi sono

SEIDISERA 02.10.2023, 18:11

Di: SEIDISERA/pon 

La prima azione in Ticino di Junge Tat, che sabato ha srotolato uno striscione da una torre di Castelgrande di Bellinzona, “è stata mirata” secondo l’esperto di estremismi Dirk Baier. “Credo che si sia voluto dimostrare che il gruppo è in grado di intervenire e presentare le sue idee in tutta la Svizzera”, afferma il professore dell’Alta scuola di scienze applicate di Zurigo.

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Junge Tat chi sono

SEIDISERA 02.10.2023, 18:11

Il video realizzato non permette di accertare se fra i partecipanti ci fossero anche ticinesi. Secondo Baier, però, “azioni del genere vengono sempre pianificate e realizzate insieme a persone del posto. Credo quindi che ci siano sostenitori anche in Ticino, o almeno persone che abitano nella Svizzera tedesca ma con origini ticinesi”.

Fra i giovani ticinesi più simpatie per l’estrema destra

“Eravamo al corrente dell’esistenza di questo gruppo ma non abbiamo evidenze per dire che sia presente anche in Ticino”, afferma dal canto suo Michela Trisconi, responsabile in Ticino del Servizio cantonale per l’integrazione degli stranieri e capoprogetto della piattaforma di prevenzione della radicalizzazione e dell’estremismo violento. Per adesso “non si è macchiato di reati né ha infranto la legge. Lo monitoriamo, sappiamo che esiste e che è organizzato ma non lo possiamo ancora considerare pericoloso”. In Ticino potrebbe comunque trovare terreno fertile: fra i giovani a cui si rivolge, le simpatie di estrema destra - secondo uno studio - superano la media nazionale.

Preoccupano di più le realtà nascoste

Junge Tat, nato dalle ceneri di altri gruppi di estrema destra, è un osservato speciale anche per la sua strategia comunicativa, in particolare sui social media. Baier parla di “lupi travestiti da pecore”, giovani solo a prima vista innocui. Si tratta di un gruppo piccolo, un paio di dozzine di membri, ma “su posizioni antidemocratiche, razziste e antisemitiche”. E in generale gli estremisti di destra, rispetto a quelli del passato con anfibi e teste rasate, “oggi sono meno riconoscibili”, conferma Michela Trisconi. A preoccupare di più non sono tanto le realtà che compiono azioni eclatanti come quella di Bellinzona, quanto quelle “che agiscono nel sottobosco, più difficili da conoscere e da controllare”.

Gli ammiccamenti fra Junge Tat e UDC

Tornando a Junge Tat in conclusione, con l’UDC o perlomeno con alcuni dei suoi esponenti ci sono stati degli ammiccamenti. “Non più casi isolati”, secondo Baier. Si pensi al caso di Maria Wegelin, presidente democentrista di Winterthur, che per la sua campagna elettorale in vista delle federali si era appoggiata a due membri di Junge Tat. I Giovani UDC turgoviesi, inoltre, intendono esaminare il caso di uno dei loro iscritti, che potrebbe essere escluso proprio in virtù del della sua appartenenza a Junge Tat. Alla luce di queste situazioni, Baier trova quindi incomprensibile che l’UDC non abbia ancora preso le distanze con chiarezza dal gruppo estremista.

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Junge Tat a Bellinzona a rischio denuncia

Il Quotidiano 02.10.2023, 19:36

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