Svizzera

Estrema destra, la presidente dell’UDC Winterthur lascia l’incarico

Maria Wegelin era finita nella bufera dopo aver assunto due membri del collettivo radicale Junge Tat per sostenerla nella campagna per le elezioni federali

  • 1 ottobre 2023, 16:37
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Maria Wegelin in una foto del 2021, durante una manifestazione contro le misure anti-Covid

  • Keystone
Di: ludoC/ATS

La candidata dell’Unione democratica svizzera (UDC) al Consiglio nazionale Maria Wegelin lascia, almeno temporaneamente, la direzione della sezione democentrista di Winterthur (ZH). La zurighese era finita una settimana fa nella bufera quando il “Sonntagsblick” aveva reso noto che aveva incaricato due attivisti del collettivo di estrema destra “Junge Tat” di sostenerla nella campagna elettorale sui social media.

Wegelin ha deciso in accordo con la direzione del partito di lasciare l’incarico fino a un’assemblea straordinaria convocata per fine ottobre, si legge in una nota diffusa domenica, dopo che il Tages-Anzeiger ha anticipato la notizia. Nel comunicato, l’UDC di Winterthur afferma di non tollerare “in alcun modo” gruppi o atteggiamenti estremisti, “estremismo di destra compreso”.

La propaganda online

Junge Tat è un gruppo di destra radicale, vicino al nazionalsocialismo, che si è contraddistinto negli ultimi anni per alcune azioni di protesta organizzate per propagandare messaggi xenofobi e omofobi. Benché i membri di Junge Tat rifiutino di essere etichettai come di estrema destra, definendosi invece nazionalisti, conservatori e patrioti, gli esperti di estremismo e di prevenzione della radicalizzazione sono concordi nel sostenere che la formazione sia a tutti gli effetti di destra radicale e che comunichi anche usando i codici del neonazismo e del neofascismo.

Le loro manifestazioni vengono sempre filmate e i video fatti rimbalzare online per aumentarne l’eco. Sulle varie piattaforme hanno decine di migliaia di sostenitori e i loro post vengono spesso fatti rimbalzare dai vari canali della galassia nera europea.

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I membri di Junge Tat in un video apparso sul loro canale Telegram

Wegelin voleva mantenere la collaborazione

Tornando a Maria Wegelin, in alcune dichiarazioni apparse sulla Neue Zürcher Zeitung a metà settimana, la politica dell’UDC aveva parlato di una mossa ingenua, affermando che non aveva mai sentito parlare del gruppo “Junge Tat” al momento dell’attribuzione del mandato ai due attivisti, di 21 e 23 anni, che peraltro sono già stati condannati per discriminazione razziale e hanno procedimenti penali a loro carico tuttora in corso.

Negli scorsi giorni, Wegelin – si legge sulla stampa d’Oltralpe – aveva inoltre dichiarato che i due le stavano simpatici e c’erano delle affinità con loro segnatamente per quanto attiene alla critica alle misure prese dalla Confederazione durante la pandemia di coronavirus. Junge Tat su questo frangente si era reso protagonista di manifestazioni a Berna, anche violente, contro le norme varate dalle autorità per contenere la diffusione del Covid-19.

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Junge Tat durante le proteste anti covid nel 2022

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Wegelin aveva sostenuto che due giovani hanno ormai preso le distanze dall’estremismo di destra. Per quel che concerne la loro precedente condanna per discriminazione razziale, la candidata dell’UDC ha dichiarato che “tutti possono fare qualcosa di sbagliato una volta nella vita”.

Nel frattempo, l’Associazione dei proprietari fondiari di Winterthur ha deciso di ritirare il suo sostegno alla candidata dell’UDC. Il direttore dell’associazione ha dichiarato alla radio svizzero-tedesca SRF di aver chiesto invano alla Wegelin di prendere le distanze dal gruppo “Junge Tat”.

Non un caso isolato?

Uno dei due giovani assunti da Wegelin, riferisce inoltre il Blick, ha pure disegnato dei manifesti elettorali per la sezione giovanile dell’UDC Turgovia. Lui stesso, inoltre, è membro del partito, si legge ancora sul sito del quotidiano.

Sollecitati dal Blick, i giovani UDC turgoviesi hanno confermato che il 23enne è iscritto da poco al partito, ma hanno dichiarato che non erano a conoscenza del suo passato.

Il giovane, si legge ancora nell’articolo pubblicato oggi, è fra i fondatori di Junge Tat; è stato espulso dall’Università delle Arti di Zurigo nel 2020 perché lui e i suoi compagni avevano interrotto una conferenza online al grido di “Heil Hitler”. Il pubblico ministero lo ha condannato per odio verso gli ebrei e la polizia ha confiscato le armi durante le perquisizioni domiciliari.

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Un fotogramma di un video apparso su Telegram

Membri di Junge Tat osservati speciali

Il gruppo “Junge Tat” è sotto osservazione dall’Ufficio federale della polizia (Fedpol). L’organizzazione ha fatto parlare di sé anche in seguito all’affissione ieri, sabato, di un grande striscione a Castelgrande a Bellinzona con la scritta “Migranti a casa!”. L’operazione è poi stata promossa su Telegram, in un post nel quale si parlava di “fortezza Europa”, riferendosi all’arrivo di migranti attraverso il Mediterraneo, e si chiedeva alle autorità di procedere con la remigrazione, neologismo caro all’ultradestra identitaria che consiste in sintesi nella deportazione di massa degli immigrati.

Radiogiornale delle 12.30 del 01.10.2023: Junge Tat in azione a Bellinzona

RSI Ticino e Grigioni 01.10.2023, 16:23

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