Anche la politica ticinese dovrà tornare ad occuparsi di cannabis. Presto infatti si dovrà decidere se avviare in Ticino un progetto pilota per regolamentare il consumo della canapa. Una sperimentazione che spacca in due il Gran Consiglio. La maggioranza del Gran Consiglio è contraria al progetto, ma per la minoranza è ora di prepararsi al cambiamento in corso.
Dal 2023 in una farmacia di Basilea è possibile acquistare canapa legale. Infatti vi si tiene uno studio pilota per regolamentare l’uso ricreativo della cannabis; una sperimentazione - questa - che una mozione chiede di promuovere anche in Ticino.
“La mozione chiede che gli studi siano promossi dall’amministrazione cantonale. Ma noi non crediamo che in questo momento sia prioritario che l’amministrazione si metta a sperimentare la vendita di cannabis in Ticino, anche perché è comunque un prodotto vietato”, spiega ai microfoni del Quotidiano Maurizio Augustoni, granconsigliere del Centro e co-relatore di maggioranza.
“Siamo un cantone di frontiera, le ripercussioni possono essere differenti. Dobbiamo testare. Dobbiamo avere dei dati. La mozione inoltre non chiede che sia l’amministrazione ad occuparsene, ma delle organizzazioni scientifiche, degli esperti con dei progetti pilota. Noi vogliamo che il Cantone non faccia finta di niente, ma coordini con un ruolo attivo, per fare in modo che questa sperimentazione abbia un senso per la salute pubblica”, afferma invece Danilo Fiorini, granconsigliere del PS e co-relatore di minoranza.
Il tema - è facilmente prevedibile - dividerà ed accenderà il Gran Consiglio in marzo. Anche perché il prossimo autunno, a livello federale, si potrebbe aprire all’utilizzo della cannabis a livello ricreativo.
“I cambiamenti stanno arrivando e noi vogliamo prepararci, anche grazie a questa mozione. Non si può lasciare tutto in mano al mercato nero”, continua Fiorini. “Le sperimentazioni sono state avviate anni fa in altri cantoni svizzeri. E sarà sulla base di questi elementi che l’Assemblea federale deciderà se legalizzare o meno la cannabis. Il nostro contributo sarebbe, dal nostro punto di vista, poco incisivo. Ed in ogni caso arriverebbe ampiamente in ritardo”, taglia corto Augustoni.