In Ticino le nuova famiglie affidatarie non mancano, ma non sono sufficienti. Si osserva infatti un rallentamento nelle candidature di persone disposte ad aprire la porta di casa loro a giovani bisognosi di essere accolti, come conferma ai microfoni della RSI Andrea Milio, coordinatore dell'Associazione ticinese famiglie affidatarie (ATFA).
Sulla decisione di diventare famiglia affidataria sta pesando il clima di incertezza nato con il Covid. Anche per le famiglie cosiddette SOS, cioè quelle chiamate ad accogliere nell'urgenza un minore per un massimo di sei mesi. Ora sono dieci, ma il doppio sarebbe il numero ideale. "Potremmo così averle più dislocate sul territorio - sottolinea ancora Milio - in modo che i minori in affido possano restare nella propria scuola". Evitando quindi loro un ulteriore cambiamento.
Se l'affido diventa una professione
Le famiglie affidatarie in Ticino sono 125. Per una di loro l'affido è diventato una professione. Dopo due anni, un progetto pilota in tal senso è ora una realtà consolidata. Si tratta di una famiglia, in cui uno dei due genitori - in questo caso la mamma affidataria - ha il titolo di educatore.
Questa è una modalità di accoglienza differente e necessaria, ma per il momento il progetto non è destinato a ingrandirsi. "Con un affido di questo tipo si hanno costantemente quattro minori. E avendo anche due posti in SOS, significa avere un andirivieni in casa che non è evidente da gestire. Magari col tempo avremo qualche famiglia disposta a intraprendere questo percorso" conclude Milio.
SEIDISERA del 18.12.2022: Il servizio di Julian Michaels
RSI Info 18.12.2022, 19:04
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