Ticino e Grigioni

La libreria dell’usato in una stanza

A Vezia un docente per “diversificare il lavoro” e incentivare la lettura nei più giovani ha aperto, dentro casa, un negozio di libri di seconda mano - I librai: iniziative complementari

  • Oggi, 05:56
Il titolare della libreria "Passaparola" a Vezia, Matteo Pianezzi.JPG

Matteo Pianezzi ha fatto della sua passione un secondo lavoro

  • RSI
Di: Stefano Pianca 

Una scelta che spicca perché controcorrente. Anche se lui, Matteo Pianezzi, 56 anni, ridimensiona la sfida o il gran cimento: “È solo una diversificazione del lavoro”, dice. L’entusiasmo di questo docente di italiano alle scuole professionali, che da pochi giorni ha aperto a Vezia una libreria di seconda mano, è tuttavia palpabile. Non è il primo, e si spera non sarà l’ultimo, perché altri negozi del genere esistono da tempo in Ticino (ad esempio, la Libreria del Tempo a Savosa o la “Libri da rileggere” a Mendrisio), ma questa recente iniziativa è assai particolare.

La “Libreria Passaparola” è infatti nata tra le mura di casa sua, in via San Martino 7, dove vive con la moglie e la figlia. Verrebbe da immaginare che decenni di letture, migliaia e migliaia di volumi, pagine su pagine, carta su carta, si siano improvvisamente animati, come una sorta di Golem, reclamando uno spazio proprio e una vita nuova. La verità è meno esoterica e terrificante, anche se è vero che i libri, ora accuratamente ordinati su scaffali per genere e autore, hanno ridisegnato, colorato e ristrutturato il piano terra dell’abitazione in uno spazio di vendita vero e proprio. Sebbene il titolare tenga a precisare che, anche se i libri vengono venduti a prezzi scontati, “questo non è un progetto di tipo economico-commerciale”. E neppure si tratta di un voltar pagina, perché il docente-libraio, trent’anni di insegnamento dopo gli studi universitari a Friburgo, continuerà fare scuola agli apprendisti a Locarno. Mentre il mercoledì, giovedì e il sabato mattina, come Machiavelli nella lettera a Francesco Vettori, cambierà idealmente abito, diventando libraio.

L’idea, ricorda, prende in parte spunto dall’esperienza quotidiana con gli allievi: “Quando devono acquistare un libro per una lettura in classe, anche se cerco di adottare delle edizioni economiche, non sono pochi a sorprendersi per i prezzi. Certamente è importante che i ragazzi acquistino anche libri nuovi, perché gli autori e gli editori è di questo che vivono, ma mi è sempre sembrato sbagliato che i giovani si limitassero nella lettura per ragioni economiche. Ho ricordato loro che ci sono anche le librerie di seconda mano. E alla fine ho deciso di aprirne una”.

La reazione dei suoi allievi è stata di stupore: “Sono rimasti un po’ sorpresi dal fatto che un docente possa fare anche qualcos’altro. In un certo senso siamo visti come una sorta di persona monolitica e il fatto di lanciarmi in questa avventura li ha un po’ spiazzati. Sono incuriositi e questo trovo sia interessante”. La lezione da trarre, aggiungiamo noi, è che questa flessibilità, che lui stesso definisce ironicamente “tardiva”, può arrivare anche passata la cinquantina. Che poi, a ben vedere, è l’attuale mezzo del cammin di nostra vita.

Le prime impressioni, dopo una decina di giorni dall’apertura, sono molto positive: “Quelli che sono venuti hanno apprezzato l’ambiente, nel senso che è piccolo e intimo. C’è la musica jazz di sottofondo e, senza voler esagerare, un’atmosfera piacevole. La libreria è un po’ discosta, ma qui vicino ci sono le scuole dell’infanzia e le elementari. C’è un andirivieni di genitori che possono venire a dare un’occhiata. Da frequentatore di librerie di seconda mano, luoghi che mi sono sempre piaciuti perché consentono scoperte sorprendenti, mi ha inoltre un po’ sorpreso che diverse persone siano arrivate con già in mente un titolo preciso”.

La scelta al “Passaparola” è vasta, compatibilmente con lo spazio a disposizione: “Da Ismail Kadare (scrittore albanese, ndr) a Fabio Volo (questo lo sapete, ndr). Senza precisare quale sia quello sofisticato”, dice sornione il docente-libraio. Quindi parla del suo “tentativo di proporre un’offerta abbastanza variegata. Dai libri per ragazzi, da quelli più piccoli sino agli adolescenti, ai classici della letteratura. Senza dimenticare i gialli e i thriller. La mia idea è di riservare un piccolo spazio per ogni tipo di narrativa e saggistica. Il limite è dato dalla possibilità materiale di esporre un massimo di circa 3’000 libri”. Mentre nella pancia dell’abitazione ce ne sono altri pronti a rivivere nelle mani di nuovi lettori: “Almeno 5’000 volumi”.

Che i libri siano entità capaci di intessere tra loro “dialoghi” o, a metterla giù dura, “affinità elettive” è dimostrato anche dall’esercizio che si è dato Pianezzi: “L’idea è di avere un piccolo spazio dove esporre libri dedicati a un tema che cambierà di mese in mese. Ho iniziato con cani e gatti”.

La complementarietà con le librerie classiche

Cani e gatti, ma non nell’ambiente librario. Iniziative come quelle del docente di Vezia non sembrano essere ostacolate da chi vende titoli freschi di stampa. “Non vediamo le librerie di seconda mano come un pericolo - dice Prisca Wirz Costantini del “Segnalibro” di Lugano, ma qui interpellata anche come presidente di Alesi, l’Associazione Librari ed Editori della Svizzera italiana -. Parlo per me e per i librai che conosco. Anzi, a volte siamo noi i primi, quando non si trova più un libro perché è esaurito, a suggerire al cliente di cercarlo nell’usato. Certo ci vuole un colpo di fortuna, ma può succedere”.

Un sassolino Wirz se lo vuole però togliere nei confronti dei “docenti di scuola superiore che, a volte, remano contro le librerie. Ce ne sono alcuni che all’inizio dell’anno scolastico, quando i ragazzi devono acquistare i libri di testo, suggeriscono loro di fare acquisti online. Ma così facendo si tirano la zappa sui piedi, perché tolgono ai giovani lo stimolo di venire in libreria e magari di scoprire qualche lettura interessante”.

Nonostante tutto e tutti, il libro sembra tenere nella Svizzera italiana. I numeri avrebbero bisogno di una rinfrescata, visto che gli ultimi dati dell’Ufficio federale di statistica risalgono al 2019: allora quasi il 50% degli interpellati diceva di aver letto 4 o più libri negli ultimi dodici mesi, mentre poco più di un quinto affermava di non averne aperto nemmeno uno e il rimanente oscillava tra 1 e 3 libri. Preoccupante era semmai il leggero calo di lettori “forti” rispetto ai dati del 2014. Mentre la fruizione di e-book, seppure in crescita, veniva dichiarata cinque anni fa solo al 20% del campione a sud delle Alpi (contro una media nazionale del 25%).

Trattandosi però di numeri ormai datati, può essere interessante capire qual è la situazione oggi per voce di chi lavora nel settore: “Sicuramente il Ticino viene influenzato da altre parti della Svizzera dove si legge di più rispetto all’Italia - osserva Wirz -. Se mi riferisco alla realtà che conosco meglio, quella del ‘Segnalibro’, abbiamo molti lettori ‘forti’ che vengono regolarmente. Ma ci sono anche i clienti che arrivano solo in occasione del Natale o di un compleanno. È difficile generalizzare”.

Di sicuro c’è invece il fatto che, negli ultimi anni, gli adolescenti trovano tanta letteratura a loro dedicata con il filone ‘Young adult’. Ci sono ragazzi che regolarmente seguono sui social i loro autori preferiti e sanno esattamente quale giorno presentarsi per trovare la novità. Un altro filone in crescita è quello dei fumetti manga cui abbiamo dedicato un settore della libreria”, conclude la presidente dell’Alesi.

Insomma, il libro vive, viva il libro.

18:34

“Ingombranti”

Tra le righe 24.02.2025, 15:30

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