"Rifiutiamo tutto l’oro che potrebbe in qualche modo servire a finanziare la guerra" garantisce Robin Kolvenbach, co-Ceo di Argor-Heraeus. La raffineria di Mendrisio, una delle quattro più importanti del mercato globale che si trovano in territorio svizzero, ha aperto le sue porte all’agenzia finanziaria AWP.
In questi tempi di sanzioni alla Russia, uno dei più grandi produttori del metallo al mondo, ciò che finisce in fonderia viene passato alla lente. Si cerca di fare "tutto ciò che è umanamente e tecnicamente possibile" per rintracciare l'origine dell’oro. Circa 100 dei 500 dipendenti di Argor-Heraeus sono almeno in parte impegnati a garantire l'applicazione dei rigorosi standard. "Se abbiamo dei dubbi che non riusciamo a chiarire, rimandiamo i lingotti consegnati ai clienti” spiega il manager.
Non tutti sono però convinti che la tracciabilità sia davvero sempre garantita: in passato, alcune organizzazioni non governative, tra cui Swissaid, avevano espresso dubbi al riguardo.
Oro russo importato in Svizzera, l'intervista a Christoph Wild, presidente ASFCMP
RSI Info 21.09.2022, 19:09