Ticino e Grigioni

La meteo per passione

Oltre 20 amatori in Ticino e più di 300 in tutta la Svizzera costituiscono la rete di volontari di Meteo Svizzera, tra pluviometri e fenologia

  • 21 agosto 2021, 20:28
  • 20 novembre, 19:49
03:35

CSI 18.00 del 21.08.2021 - Il servizio di Darco Degrussa

RSI Info 21.08.2021, 20:00

  • Archivio TI-Press
Di: CSI-Degrussa/dielle 

Sono oltre la ventina in Ticino e più di 300 in Svizzera. Gli osservatori volontari di Meteo Svizzera sono persone che si mettono a disposizione per rilevare manualmente le quantità di precipitazioni di pioggia e neve, ma anche per seguire gli sviluppi della vegetazione. Un contributo molto importante per lo studio del clima e spesso anche un impegno praticamente giornaliero per chi si è preso l'incarico.

Sebastiano Gaffuri è uno della dozzina di volontari che si occupano di rilevare giornalmente le precipitazioni nevose o di pioggia, con un pluviometro basato a Lattecaldo in valle di Muggio. Ha cominciato tre anni fa rilevando l'incarico da una persona che aveva smesso: “Ero da subito entusiasta di poter contribuire e aiutare nella raccolta dei dati, credo che sia un ‘unicum’ in tutto il mondo, con la società civile che è chiamata a contribuire a queste misurazioni”.

Una decina di persone che si occupa poi dei rilievi fenologici vegetali, ovvero l'osservazione delle fasi nel ciclo vitale delle piante. Giuseppe Tettamanti di Sagno lo fa dal 1975: “È un hobby, si va a guardare la fenologia dalla primavera all’inizio dell’inverno, poi c’è il riposo, anche per noi. Abbiamo un decalogo e dei formulari appositi che dobbiamo compilare”.

Ci vuole una buona dose di passione per assumersi l'incarico, ma con la consapevolezza che i dati raccolti sono importanti, come conferma Elena Altoni di Meteo Svizzera: “Servono per seguire l’andamento delle piante, che sono anche degli ottimi indicatori dei cambiamenti climatici, considerato che c’è una relazione 1 a 1 tra l’aumento della temperatura e l’anticipo del periodo vegetativo, che in effetti da un po’ inizia molto prima e finisce parecchio dopo”.

I rilevamenti fenologici compiono proprio quest'anno i 70 anni, mentre quelli pluviometrici e nevosi risalgono addirittura alla metà del 1800. Dall'inizio degli anni ‘80 sono arrivati i rilevatori automatici, ma quelli manuali sono tutt'ora utili: “È importante avere questa rete perché nella maggior parte dei casi si tratta di misure di lunga data, che ci permettono di avere molti elementi a disposizione. Avere misure del genere è importante anche perché poi le mettiamo in relazione a quelle rilevate automaticamente”, conclude Altoni.

Un’attività forse sconosciuta ai più, ma che prevede anche un ricambio generazionale… e chi fosse interessato può certamente farsi avanti.

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