Ticino e Grigioni

La moda non fa la legge

Stefano Rizzi sul caso Plein: "Il lavoro notturno è vietato". Un'ex dipendente: "E' la regola". L'azienda: "Evento eccezionale"

  • 28 marzo 2018, 21:25
  • Oggi, 02:02
Philipp Plein con Andreea Sasu a Cannes nel 2017

Philipp Plein con Andreea Sasu a Cannes nel 2017

  • Reuters

“Innanzitutto vorrei dire che siamo e restiamo molto attivi a favore dello sviluppo del settore della moda, d’altra parte anche le aziende di questo settore sono tenute a rispettare la legge federale sul lavoro che vieta il lavoro notturno dalle 23.00 alle 6.00. Questo per motivi di salute dei lavoratori”. Così Stefano Rizzi, direttore della divisione dell’economia, dopo lo sfogo su Instagram di Philipp Plein per i controlli dell’ispettorato del lavoro, avvenuti martedì verso le 23.30 nel suo quartier generale di Lugano, mentre, come scrive lo stilista bavarese “stava mangiando una pizza in ufficio, con sei designer e quattro fornitori italiani”.

“Chiaramente è possibile chiedere delle deroghe, però sono eccezionali e soggette ad autorizzazione – prosegue Stefano Rizzi -. Il lavoro notturno richiede in ogni caso il consenso esplicito del lavoratore interessato”.

Da parte loro, anche i sindacati prendono posizione, rilevando come nell’azienda di Plein gli orari serali e notturni siano fuori da ogni controllo. Lo testimonia alla RSI anche un’ex dipendente che vuole restare anonima: “Ho lavorato per Philipp Pein per un anno e mezzo. Ho lavorato tantissime notti in azienda e non solo: ci portava un po’ in giro e dovevamo essere sempre a sua disposizione. Tantissimi giorni e anche di notte, non erano dei casi isolati”.

Uno dei commenti lasciati nel Forum di Falò in relazione alla puntata "Luci e ombre della moda"

Uno dei commenti lasciati nel Forum di Falò in relazione alla puntata "Luci e ombre della moda"

  • RSI

Una prassi assolutamente comune in questa azienda: “Ci sono appuntamenti che vengono propriamente fissati in orari notturni o comunque serali”. Chi non è disponibile, afferma l'ex collaboratrice che si è rivolta al sindacato UNIA, viene licenziato. “Abbiamo lavorato anche a Pasqua nella sua casa di Cannes. Ci portava sempre a Cannes a disegnare: dovevamo passare lì le settimane o i weekend interi senza poter uscire. Era lui a decidere quando potevamo mangiare, quando potevamo uscire e comunque dovevamo sempre stare con lui. Ci teneva lì a disegnare tutto il giorno. Stessa cosa anche in showroom a Milano”. Straordinari, conclude la testimone, frequenti e non pagati.

L'azienda, dal canto suo, attraverso le parole del consulente Carmine Rotondaro, da un lato ammette l'episodio di martedì notte, dall'altro riferisce che quanto successo è un evento eccezionale e quindi non prevedibile, motivo per cui non è stata chiesta un'autorizzazione.

CSI/BRav/M. Ang.

Dalla radio

  • CSI 18.00 del 28.03.18 Il servizio di Luigi Frasa

    RSI Info 28.03.2018, 20:23

  • CSI 18.00 del 28.03.18 Il servizio di Camilla Luzzani

    RSI Info 28.03.2018, 20:27

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