Il Municipio di Lugano ha approvato e presentato giovedì il messaggio per il rilancio a lungo termine del suo aeroporto che dovrebbe avvenire, come anticipato dalla RSI, in tre fasi. Un progetto che ha già ottenuto l'avallo, seppur con il parere contrario del socialista Manuele Bertoli, del Governo ticinese. Governo che oggi, attraverso il consigliere di Stato Claudio Zali, ha confermato la volontà di salvare lo scalo dal fallimento. "La questione è ora politica. Lugano, comunque, non diventerà un aeroporto cantonale; lo è già quello di Locarno", ha precisato il direttore del Dipartimento del territorio.
La prima tappa per il decollo dello scalo prevede un immediato, quanto indispensabile, risanamento finanziario entro il 2019 (a carico di città e cantone) e la ripresa dei voli per Ginevra a partire dal 2020. Un risanamento che dovrebbe avvenire anche attraverso un maggior coinvolgimento del cantone, che sarebbe chiamato a diventare un azionista quasi paritario al 40%.
La seconda tappa, che dovrebbe prendere avvio nel 2020, prevede una serie di finanziamenti indispensabili per il terminal e il piazzale velivoli, oltre all’avvio di trattative per l’acquisto di alcuni fondi. La terza, a partire dal 2024, prevede un investimento di oltre 50 milioni di franchi per nuovi hangar, l’allungamento della pista e il rifacimento del terminal.
Il messaggio, che dovrà superare lo scoglio del Consiglio comunale, si basa sui risultati del masterplan realizzato del Centro di competenza per l'aviazione dell'Università di San Gallo. Studio stando al quale, con i giusti investimenti, l'aeroporto potrà non solo sopravvivere, ma realizzare anche utili, non prima del 2032. Sulla questione, comunque, i ticinesi potrebbero essere chiamati ad esprimersi, visto che sia la sinistra, sia i verdi hanno già annunciato l'intenzione di volersi opporre.
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Per far decollare Lugano Airport
Il Quotidiano 23.05.2019, 21:00