I numeri della seconda ondata dei contagi da coronavirus preoccupano e gli ospedali ticinesi si preparano ad affrontare una situazione che vedrà, grafici alla mano, aumentare la pressione sulle strutture sanitarie. Questo quanto è emerso giovedì, durante la conferenza stampa a Bellinzona del Dipartimento sanità e socialità.
Personale sanitario: 40 contratti in più. "Ma le risorse non sono infinite"
Di fronte all’aumento dei contagi definito “molto preoccupante”, il Consiglio di Stato ticinese ha deciso di potenziare la capacità di accoglienza degli ospedali. “L’assetto è tornato in stato di prontezza”. Lo ha dichiarato il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità, Raffaele De Rosa, spiegando che per affrontare la seconda ondata sono previsti 40 contratti in più per il personale sanitario e che è stato presentato anche il “concorso per il personale avventizio”. L’EOC sta anche formando degli infermieri per le terapie intensive.
"In Svizzera la diffusione del virus è più veloce dell’allestimento dei posti letto"
“Ma le risorse non sono infinite”, ha affermato De Rosa, ricordando che a livello nazionale è già stato osservato che “anche se si raddoppiassero le capacità, si guadagnerebbe solo poco tempo in più”, perché la diffusione del virus è più veloce dell’allestimento dei posti letto.
"Vi sono possibilità di ampliamento ulteriore. La grande differenza è la grande difficoltà, penso per tutte le strutture, di poter gestire e garantire le capacità per i pazienti affetti da covid, contemporaneamente alla gestione ordinaria di tutto il resto delle attività e degli altri pazienti", ha spiegato il direttore della divisione della salute pubblica, Paolo Bianchi.
Ospedali ticinesi: 430 letti pronti
Cosa succederà? In breve il piano prevede una suddivisione dei letti e delle prese a carico nei due ospedali di riferimento covid - e dunque la Carità di Locarno e la Moncucco di Lugano -. In totale oggi sono 430 i posti letto disponibili e un ampliamento ulteriore è possibile. Si prevede anche di poter utilizzare, come già nella prima ondata, Faido e di Novaggio, e dunque di attivarli anche in risposta al covid.
Mercoledì, lo ricordiamo, Paolo Ferrari, capo dell’Area medica dell’Ente ospedaliero cantonale (EOC), ai microfoni della RSI, aveva spiegato che il Ticino non è al collasso per quanto riguarda il numero di letti in cure intense disponibili nel cantone nell'ambito dell lotta alla pandemia.
Il Ministro della Sanità, Raffaele De Rosa, ha ricordato la sfida che abbiamo davanti e si è acceso quando ha difeso, diciamo così, le ragioni delle misure prese e ribadito l'appello alla responsabilità individuale. "Nelle prossime settimane, nei prossimi giorni, se non facciamo qualcosa, se tutti non diamo il nostro contributo con un atteggiamento di prudenza, di cautela, potremmo anche arrivare a numeri ancora più alti e questo, se non porta a una crisi sanitaria, porta comunque a una crisi economica, perché vuol dire tante persone che sono a casa malate, tante persone che sono isolate, tante persone che sono in quarantena e non possono andare a lavorare e quindi, anche in questo senso, c'è comunque un impatto molto forte sull'economia e c'è un impatto anche in termini sociali, perché c'è grande incertezza, c'è preoccupazione, magari anche un po' di paura", ha sottolineato De Rosa.
"Uno su 4 malato? I ricoveri sarebbero 5’000".
Mattia Lepori, vice capo area medica dell'Ente ospedaliero cantonale, ha spiegato che è giusto dire "il 95% delle persone sviluppa sintomi blandi", ma si fanno moltissime diagnosi in tutto il Paese. In termini assoluti le cifre crescono. Lepori ha poi fatto una proporzione: “Se un ticinese su quattro si ammalasse: i ricoveri sarebbero 5’000. Nessun sistema sanitario può sopportare una tale pressione. Tutto dipenderà dalla diffusione del virus, e questa è in mano nostra”.
Covid, pronti all'emergenza
Il Quotidiano 29.10.2020, 20:00
CSI 18.00 del 29.10.2020 - L'intervista a Mattia Lepori, vice capo area medica dell'EOC
RSI Info 29.10.2020, 19:22
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