"Da alcuni anni abbiamo messo l'accento sui reati fallimentari e sulla società come strumento per commettere reati", spiega il procuratore generale Andrea Balerna. È uno degli aspetti emersi dal bilancio tracciato oggi, giovedì, dagli inquirenti ticinesi. Si parla di imprenditori che per negligenza, incompetenza o per arricchirsi fanno fallire una società, lasciando i creditori con un palmo di naso.
Il procuratore generale Andrea Balerna
Non ci sono numeri che accertino il loro incremento, ma c'è una percezione del fatto che questi abusi sono sempre più frequenti. Il danno al tessuto economico e allo Stato dei fallimenti è ingente: si stima ammonti a 150 milioni di franchi nel solo 2021. Ma quali sono i settori toccati dagli abusi? Secondo Peter Ranzoni, perito contabile dell'ufficio fallimenti, che ha già inviato 112 incarti al ministero pubblico, "c'è una predominanza dove non ci vogliono troppi capitali per iniziare un'attività in proprio, quindi piccole strutture legate in particolare all'edilizia". Ci sono nomi che ritornano, ma "spesso si tratta di persone che per un piccolo compenso accettano di assumere la carica di amministratore o gerente e di fatto la portano al fallimento".
Ci sono anche fallimenti che celano intenti criminali più profondi, legati al riciclaggio o alla criminalità organizzata. Ranzoni non ha dati al riguardo, ma conferma che "questo tipo di aziende si presta a scopi illeciti e che con il fallimento si fa la pulizia della scena del crimine. Possono quindi essere strumenti interessati per chi ha intenti fraudolenti sin dall'inizio".
Il rischio delle infiltrazioni mafiose
Gli imprenditori truffati che sono a corto di liquidità diventano i più esposti alle infiltrazioni del crimine organizzato. Questo ambito è di competenza degli inquirenti federali (e sono 49 le inchieste pendenti in Svizzera). Sui rischi delle infiltrazioni mafiose vi proponiamo l'intervista con l'avvocato Luca Guidicelli.
L'intervista all'avv. Luca Guidicelli
SEIDISERA 12.05.2022, 20:56
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